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Notizie dal Comune

RIFIUTI: BOCCIATA MOZIONE DELLA LEGA NORD CHE CHIEDEVA UN NO ALL'INCENERITORE, UN CONSIGLIO COMUNALE APERTO E L'INVITO
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10.04.2017 -



“Il piano regionale dei rifiuti è scaduto e da un anno l’Umbria è al centro di un’inchiesta senza precedenti che ha messo in luce criticità economiche, finanziarie, ambientali tanto da arrivare alla costituzione di una commissione regionale d’inchiesta e da interessare la commissione bicamerale sugli Eco Reati” ha detto il capogruppo della Lega nel consiglio comunale tifernate Riccardo Augusto Marchetti nel presentare una mozione in cui si chiedeva “di dire no ad un inceneritore a Città di Castello, di convocare un consiglio comunale aperto e di agire in tutte le sedi perché un nuovo piano sia approvato” scongiurando l’emergenza che per la Lega potrebbe manifestarsi già nel 2018. “Il precedente ha fallito gli obiettivi e risulta superato da delibere che ne hanno rivisitato il contenuto, inoltre i calcoli temporali sull’esaurimento delle discariche sono saltati e le percentuali di raccolta differenziata non sono state raggiunge”, ha proseguito Marchetti “anche l’Assemblea dei sindaci dell’Auri ha ribadito forti preoccupazione in merito agli obiettivi del piano e alla durata delle discariche, circostanza che va valutata alla luce del fatto che un decreto del Consiglio dei Ministri ha previsto la realizzazione in Umbria di un inceneritore per 130mila tonnellate”. Per la Lega Nord “l’emergenza rifiuti è più probabile di quanto si pensi” e da qui l’invito al consiglio ad assumere ufficialmente una posizione contraria all’inceneritore. Nonostante tutte le forze si siano espresse contro l’inceneritore, il documento è stato bocciato con soli sette voti a favore (Lega Nord, Tiferno Insieme, Castello Cambia, Movimento Cinque Stelle) e 14 voti contrari (PD, Psi, La Sinistra).
Dibattito. Aprendo il dibattito, Gaetano Zucchini, capogruppo Pd, ha sostenuto di avere “riservato molta attenzione a questo tema. Se c’è una fetta della regione Umbria che ha basi solide per il sistema di smaltimento, una discarica, un sistema di impiantistica, e gestione tale da portare dividendi, questa è Città di Castello. Amministrazione si è fatto carico della politica dei rifiuti fino in fondo. Abbiamo lanciato anche altre sfide: aumentare virtuosità per aumentare il porta a porta e garantire vantaggi a chi si comporta in maniera corretta; questo insieme ad altri profili, come la tariffa puntuale, contribuiscono ad allontanare l’ipotesi di un ricorso all’inceneritore”. Zucchini ha chiesto di emendare il documento modificando il consiglio da aperto a monotematico e depennando il no all’inceneritore. Per Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia: “I piani regionali sono falliti. Nascondono l’intendimento di fare soldi con i conferimenti in discarica. Tale atteggiamento ha ritardato tutto. L’impianto di trattamento dei rifiuti produrrà CSS,combustile solido secco, da mandare agli inceneritori. Salta l’obiettivo della Regione. Con l’Auri salta anche l’autonomia locale sulla politica dei rifiuti. Sì al consiglio comunale ma con soggetti che possono dare un contributo. Voteremo a favore”. Marco Gasperi, capogruppo Movimento Cinque Stelle, ha sostenuto che inceneritore è una parola tabù per il Pd. In Umbria il governo Renzi ha deciso che dovesse essere installato un altro inceneritore nel territorio dove la percentuale di differenziata non arriva al 65 per cento. Questo territorio è Città di Castello. Qual’è dunque il grande progetto di raccolta differenziata? La Lega chiede un dibattito sul sistema di rifiuti in Umbria e farlo tra di noi non avrebbe senso. Propongo un emendamento dato che la maggioranza ha deciso sulla nostra salute. Il no all’inceneritore deve essere non solo per Città di Castello ma anche per i comuni limitrofi”. Vittorio Morani, capogruppo del Psi, ha dichiarato “Se l’Umbria è al centro di un’inchiesta, il nostro sistema dei rifiuti è sano. I vertici di Sogepu hanno fornito sempre ogni chiarimento. Il sito per l’inceneritore non è Città di Castello. Ben venga il consiglio monotematico. Condividiamo la posizione del Pd”. Per Valerio Mancini, consigliere della Lega, “il capogruppo Zucchini stronca ogni allargamento della democrazia. Quando si parla di rifiuti il Pd si innervosisce e non vuole il consiglio comunale aperto. I dati dicono del fallimento della raccolta differenziata, del contenimento della tariffa. La Giunta regionale asserisce che la raccolta differenziata è di circa ventimila tonnellate meno del previsto. Nel 2015 eravamo al 51% e ora non arriverete al 60. Riempiamo la discarica e la allarghiamo ancora una volta. I cittadini sono bravi ma voi non li mettete nelle condizioni di smaltire correttamente, perché gli impianti sono inefficienti ed ora al centro di inchieste. Renzi ha detto che in Umbria vuole un inceneritore per 130mila tonnellate. Evitiamo che nella discarica ampliata vengano conferiti anche rifiuti di altre zone. 4milioni e mezzo per raggiungere gli obiettivi di differenziata in Umbria sono falliti. Ora la Regione ha aggravato le tariffe per sperimentare le tariffe puntuali. La proposta della Lega è dire di no all’inceneritore, si al dibattito con i dati, valorizziamo le buone pratiche di Sogepu”. Il sindaco Luciano Bacchetta ha concluso il dibattito sostenendo che “si sta cercando di creare l’emergenza. Il no all’inceneritore è ovvio e siamo pronti a votarlo, al di là di quello che dice il governo Renzi. Abbiamo l’autosufficienza. Il nostro problema è la gestione delle discariche in Umbria. Siamo gli unici ad avere abbassato le tariffe. Città di Castello ha conferito 45mila tonnellate di rifiuti nelle discariche di Perugia. Abbiamo fatto un accordo con Vus di reciprocità. Nostro obiettivo deve essere lavorare perché l’Umbria recuperi una dimensione armoniosa, perché se il sistema va in crisi, salta tutto. La tariffa puntuale è compresa nella gara”. Nella replica Marchetti ha rifiutato di emendare la mozione: “Il consiglio deve essere aperto ai cittadini, assurdo non dire no ad un inceneritore dato che Belladanza non è infinita. Se ci sono disastri sulle discariche a Perugia, la colpa non è del sindaco di Perugia, che è in carica da tre anni, ma del Pd che ha governato il comune da sempre”.
 

 


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