Registrati ai servizi APP IO e ricevi tutti gli aggiornamenti dall'ente
APP IO
Home Page » Documentazione » Notizie dal Comune » lettura Notizie e Comunicati

Notizie dal Comune

COLOR GLASS TORNA IN CONSIGLIO SU RICHIESTA DELLE MINORANZE
Comune Palazzo
21.08.2018 -

Alla vigilia dell’assemblea pubblica con la popolazione della zona sud, convocata domani, mercoledì 22 agosto alle 21.00 nella sede della Pro-loco, il consiglio comunale di Città di Castello, su richiesta delle opposizioni, è tornato a discutere, lunedì 20 agosto, della vicenda ColorGlass, azienda di Trestina interessata il 16 maggio 2018 da un’ordinanza di sospensione dell’attività, poi revocata il 26 luglio, a causa del riscontro di alcuni elementi non in linea con i parametri di norma e con le autorizzazioni di cui era in possesso. Color Glass, con sede legale in provincia di Trento e sede produttiva in via Maggio a Trestina, fa recupero di rifiuti costituiti da fanghi di origine industriale, provenienti da un'azienda chimica, la Basell di Ferrara, produttrice di catalizzatori per la sintesi. Le operazioni di recupero del rifiuto consistono essenzialmente, nell'essiccazione del fango su un forno rotativo, con conseguente estrazione di biossido di titanio. Le ordinanze di Comune e Regione hanno interessato la produzione di questo forno, intorno a cui ruota una parte rilevante del processo industriale. Il presidente del Consiglio Vincenzo Tofanelli ha letto il documento di tutte le minoranze nel quale partendo da considerazioni politiche - “Per quest’Amministrazione Comunale, nonostante le promesse, ogni decisione che ha delle ricadute sulla sicurezza, la salute e soprattutto la serenità dei cittadini viene presa a porte chiuse e puntualmente escludendo ogni partecipazione da parte dei cittadini stessi”  - , viene fatto il punto sulla vicenda ColorGlass, al centro della mobilitazione del Comitato Salute Ambiente di Trestina e Calzolaro (d’ora in avanti Comitato, ndr): “Ad oggi, ci troviamo in quella che si prospettava come la peggiore delle ipotesi, ossia, dei cittadini che si vedono imporre un’ordinanza Sindacale senza che le cause della stessa fossero state condivise; l’obiettivo che ci poniamo è una partecipazione e una conoscenza dei fatti che dobbiamo garantire alla cittadinanza”. Infine il dispositivo con la richiesta di un consiglio comunale, entro 20 giorni, preferibilmente in trasferta a Trestina, con la partecipazione della Regione Umbria, Arpa, Asl, Color Glass e Comitato. Alcuni di questi soggetti erano presenti in aula al momento della discussione: Fernanda Cecchini, assessore regionale all’Ambiente, Andrea Monsignori, dirigente dell’Ufficio per le autorizzazioni ambientali, Loreta Pazzaglia  responsabile del Servizio Igiene e Sanità pubblica della ASL, Federico Calderini, dirigente del Settore Ambiente del Comune, Massimo Mariangeli, presidente del Comitato, l’avvocato Valeria Passeri, alcuni cittadini; in platea Sara Passeri, dirigente Area Nord Arpa Umbria. Il dibattito. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha spiegato che la richiesta nasce per avere più informazioni con cui andare dai cittadini. La materia ambientale è delicata per l’Alto Tevere vista la vicenda Splendorini, gli avvisi di garanzia dei vertici Sogepu, Cologlass. C’è un quadro di criticità ambientale. La vicenda di Cologlass è complessa fin dal 2007. Che dicono le analisi secretate? Perché non abbiamo aspettato la magistratura prima di riaprire? Lo studio dell’Università di Perugia parla di diossina, rame e altre sostanze come presenze probabili. Perché non ha chiesto il ripristino degli abusi edilizi? Molte prescrizioni alla base della riapertura sono le stesse del 2013 e 2014. Ci sono voluti i cittadini e le minoranze per dare voce a questa vicenda. La Regione non ha verificato il rispetto delle prescrizioni, l’assessore Cecchini ha lanciato un allarme senza dare elementi specifici. Avanziamo al sindaco delle richieste: sospensione attività per abusi edilizi; ritiro dell’ordinanza di riapertura, comunicazioni con obbligo di riservatezza dell’esito delle analisi secretate”. L’assessore Massimo Massetti ha ringraziato Asl, Arpa, la Regione “con cui non siamo in antitesi. Siamo istituzioni al fianco dei cittadini. Non è la prima volta che andiamo a Trestina. Siamo stati sempre accanto ai territori. Andrea Monsignori, responsabile del Settore Autorizzazioni Ambientali della Regione Umbria, ha precisato di avere “una responsabilità dirigenziale preordinata dalla legge che prescinde dagli organi politici. Non ci sono segreti ma atti secretati dalla magistratura. L’ultimo atto della Regione su Color Glass è collegata alla verifica fatta da Arpa sugli impianti: la ditta ha effettuato gli interventi ma abbiamo elaborato altre prescrizioni sulle autorizzazioni. Dovrà rispettare condizioni ulteriori: l’obbligo di ricercare dal camino emissioni di sostanze e soglie molto restrittive, dopo le analisi di Arpa, che hanno rilevato elementi non consentiti. Abbiamo anche subordinato il riavvio ad una messa regime dell’impianto in quattro settimane attraverso la regolazione del processo. Perché l’azienda sta scegliendo di non ripartire? Il 23 Ottobre ci sarà l’udienza del Tar e a seguire la sentenza. C’è una conferenza di servizi ancora aperta: l’ultima fu fatta il 29 settembre 2017 e in quella sede fu chiesto un approfondimento sulle emissioni e compatibilità urbanistica. L’azienda ha adempiuto con gli studi dell’Università di Perugia e di Trento ed ora abbiamo un quadro completo delle problematicità della produzione. L’autorizzazione ad aumentare i volumi è revocata e la conferenza proseguirà solo con una nuova richiesta e relazione di compatibilità ambientale. Valuteremo se le opere abusive e non sanabili influiscano sull’attività”. Loreta Pazzaglia, responsabile Asl, ha ribadito che “da quando l’attività è stata sospesa le indagine sono continuate e svolto studi per l’accumulo di inquinanti e verificato il materiale in entrata all’azienda. Quello che ci ha restituito una sostituzione migliorativa dell’impianto,bypassando una parte del processo produttivo problematico. Questo ci rende più tranquilli anche verso la popolazione. Se ripartirà dovrà rispettare parametri veramente severi”.  Federico Calderini, dirigente del Settore Urbanistica e Ambiente del Comune, ha fatto riferimento all’ordinanza con cui si intimava il ripristino delle opere fuori regola a partire da una pratica del 1966, la prima che riguarda questa struttura, che ha dunque alle sue spalle una storia lunghissima. Abbiamo proceduto a una verifica di tutti i rilievi sia pratici che amministrativi. Relativamente alle opere non conformi, è stata registrato un manufatto esterno, di modesta entità, di cui si è chiesta la rimozione perché troppo vicina alla strada. Nell’intero edificio sono emerse altre attività come una tramezzatura interna negli uffici che non riguarda la Cologlass, servizi igienici su una parte ora vuota e due tratti di recinzione. Massimo Mariangeli, a nome del Comitato, è intervenuto dicendo che “Genova ci ricorda che cosa succede quando apparati dello Stato abdicano dalla difesa della salute pubblica. Il comportamento di tutte le componenti istituzionali sta contribuendo all’incremento della sfiducia verso gli enti locali, aggravato dall’occultamento della documentazione, del contratto di Autostrade e, nel nostro caso, delle analisi di Color Glass”. Facendo un excursus, Mariangeli ha sottolineato come l’azienda produca “vicino ad asilo e scuole biossido di titanio, una sostanza probabilmente cancerogena, proveniente da fanghi di un’azienda di Ferrara. Una verifica a sorpresa ha trovato parametri non in regola, l’Università di Perugia ipotizza molto probabile la presenza di diossina. I cittadini sono preoccupati e dopo la petizione di 1200 firme, il Comune non ha controllato, dicendo che il comitato aveva secondi fini, faceva terrorismo. Ma noi abbiamo proseguito la battaglia per la tutela della salute. A Maggio c’è stata una riunione con medici che hanno approfondito le implicazioni ma le istituzioni non c’erano; si sono limitate a criticare il volantino di pubblicità mentre stiamo ancora aspettando le centraline dell’aria promesse dall’assessore. Abbiamo assistito a rimpalli e peripezie tra aperture e chiusure. Nonostante l’azienda abbia opere abusive per 190 metri quadri, il sindaco li ha negati ed ha riaperto Color Glass. Il principio di precauzione lo vogliamo applicare o noi? Questa definizione di azienda insalubre la vogliamo fare?”. Valeria Passeri, legale del Comitato, ha ricordato “la diffida che abbiamo inviato a tutti i soggetti tra cui Anac e Procura della Repubblica: è strano che un’azienda come Color Glass non sia stata sottoposta ad autorizzazione sanitaria e ambientale. Era la prima cosa da fare. Sono stati i cittadini a stimolare i controlli su un’azienda che aveva una parte di produzione non autorizzata con produzione in atmosfera di sostanze fuori limiti. Magari non riprendesse l’attività. Nella diffida abbiamo chiesto la chiusura dell’azienda come insalubre in cui c’era anche una parte abusiva. Vogliamo un tavolo con i cittadini e valutare se l’attività possa essere svolta altrove anziché in un centro abitato in un’area in cui il prg non prevede impianti pericolosi.  Sara Passeri, dirigente Area Nord Arpa Umbria, ha precisato di “non aver occultato nulla. Il segreto istruttorio non è occultare; quando saranno finite le analisi verranno rese pubbliche. L’Arpa non si nasconde dietro la magistratura. La procedura è stata lineare, l’esito delle analisi è stata comunicata agli organi competenti. Quando potremmo, informeremo tutti su quello che è stato fatto.  Gaetano Zucchini, capogruppo del Pd, ha sostenuto che il dibattito in consiglio su Color Glass sarebbe stato più utile dopo l’assemblea”. Rimandando al mittente le critiche del Movimento Cinque Stelle, ha aggiunto di “comprendere la preoccupazione dei cittadini, la maggioranza ha proposto la mozione per la compatibilità ambientale nel prg, ha varato il regolamento per i fitofarmaci, condotto una battaglia per la bonifica dell’amianto. Deposito un ordine del giorno perché venga discusso nelle prossime sedute in cui si chiede “la delocalizzazione dell’azienda, la ripresa temporanea in vista del trasferimento, la verifica costante dei parametri, un termine per l’operazione”. “Quello che dice la collega dell’Arpa è preoccupante” ha aggiunto Zucchini “C’è bisogno di un salto di qualità politico”. Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia,  si è domandato se “siano necessario sollevazioni popolari per le restrizioni o se esistano norme di legge che devono essere sempre applicati? Se l’azienda inquinava prima, inquina anche oggi. L’atteggiamento della maggioranza è cambiato, oggi conviene che quell’azienda venga abbandonata da tutti. Oggi mi sento più preoccupato perché si scopre che ci sono degli abusi edilizi. Trovare un luogo diverso andava fatto prima. La politica deve dare risposte prima che le problematiche insorgono. Invece si è solo decretata la fine di un’azienda ma non si è tutelato né i residenti né gli industriali. Da domani fate subito tavoli, dibattete i problemi. State distruggendo un territorio: gli imprenditori andranno via anche se la qualità ambientale migliorerà. Il comitato guardi anche gli altri casi”. Il consigliere di Tiferno Insieme Vittorio Vincenti ha sottolineato alcuni aspetti: “Arpa in un’occasione pubblica aveva sostenuto che ColorGlass non sia la sola ad inquinare. Contesto non che non sia stata sottoposta a conferenza dei servizi ma che la richiesta di analisi di Comune e Arpa sia venuta molto in ritardo. Da cittadino che abita a 57 metri dal camino della ColorGlass, mi chiedo di che cosa parleremo in assemblea con i cittadini dato che non si conosce quanto e quando ci sono sforamenti. Se nel forno c’è un prodotto combustibile bruciato in maniera errata vuol dire che qualcosa non funziona. A parte il biossido di titanio, legislativamente in Italia non vietato, le altre sostanze nella documentazione non vengono rilevate. Che cosa diciamo a Trestina sulle emissioni? Da quello che si deduce dalle prescrizioni, tra cui il controllo della combustione, che evidentemente prima non c’era, è mio diritto di cittadino di Trestina sapere che cosa ho respirato. Quando all’odg Zucchini, anch’io lo avrei presentato dopo la conclusione delle indagini”. Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, ha detto che “lo scorso luglio Massetti ci ha detto che ColorGlass poteva riprendere l’attività. Ho chiesto le risultanze di Arpa, che non mi sono state date perché secretate. Ma l’attività può riprendere. Tutti rimangono nel dubbio della verità. L’Arpa ha fatto e sta facendo campionamenti non solo per ColorGlass ma anche per l’emissioni di altre aziende. La verità verrà fuori solo con una sentenza del tribunale”.  Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha detto che “è difficile dare un contributo in una vicenda che si è più ingarbugliata. La domanda a cui dare una risposta é: l’inasprimento delle prescrizioni sono determinati da una volontà politica o dalle conseguenze delle analisi, secretate o palesi? L’ordinanza del sindaco è una non ordinanza: Colorglass non ha riaperto perché deve organizzarsi per le prescrizioni della Regione. E’ assurdo che l’abuso edilizio venga fuori oggi. L’odg Zucchini è giuridicamente insostenibile. Non possiamo decidere noi di delocalizzare per l’imprenditore. Se la ColorGlass ottempera può riaprire. Se ci fosse solo colpa, comitato e azienda dovrebbero trovare un modus vivendi; se ci fosse dolo, questa situazione non sarebbe moralmente sostenibile. Che cosa si può fare? Con l’odg Zucchini non si può chiudere la Color Glass. Mi auguro che l’inasprimento sia stato determinato da quello che è stato letto ed acquisito e non dalla spinta dell’opinione pubblica”. Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha detto di notare “disorientamento. L’unica contestazione che viene fatta all’odg è quella dei termini. Non abbiamo cambiato idea: già a settembre del 2017 su sollecitazione di Castello Cambia abbiamo discusso, fatto sopralluoghi e commissioni e detto il nostro parere, perché il funzionario potesse andare in conferenza di servizi con cognizione di causa. Abbiamo presentato il documento sulla compatibilità urbanistica a cui Gasperi ha votato contro. Nell’evoluzione urbanistica, attorno alle aziende nascevano le case, ora le cose sono cambiate e si può pensare ad un percorso per accompagnare l’azienda. Non ci sono abusi piccoli o grandi, ci sono abusi. Mettendo insieme tutte queste cose il percorso può essere intrapreso”. Marco Gasperi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, ha detto “ancora il PD non ha parlato delle problematiche di ColoGlass. E’ assurdo che parli di cosa ha fatto nel 2017 quando la legge è un decreto regio del 1934. Andava fatto prima. La raccolta differenziata, il riciclaggio del rifiuto non deve creare altro inquinamento. E’ anche assurdo che dopo ore di dibattito non si parli di problemi concreti”. Filippo Schiattelli, consigliere del Psi, ha detto che “stiamo parlando di un tema importante, la salute, di una zona importante del comune. Finora abbiamo solo prodotto parole mentre sono più importanti i dati scientifici. Abbiamo il dovere di portare avanti, con la massima serietà e una giusta etica e misura, la questione. Ho sottoscritto l’odg di Zucchini perché ho apprezzato l’intento. Non so se giuridicamente sarà praticabile ma lo ritengo un indirizzo politico. Verifichiamolo nei fatti. Il sindaco ha preso decisioni in base a dati forniti dagli enti preposti ed è giusto. Stiamo a vedere senza rimpalli di colpa. La materia è delicata anche perché stiamo parlando di una sostanza di cui non conosciamo gli effetti reali perché neanche l’Unione europea ha deciso se è pericoloso. Apprezzo chi si impegna nel comitato, sono vicino ai cittadini, consapevole che non è mai tutto bianco e tutto nero”. Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha definito la vicenda “molto delicata. Ci ha impegnato molto fin da quando il mio gruppo ha portato in consiglio la Colorglass, ascoltando i cittadini. Dal 2007 al 2017 ci sono 10 anni, mi aspetto che qualcuno chieda scusa per le omissioni e i mancati controlli. La prima relazione dell’Arpa è del 2017. Quando si sono susseguite le autorizzazioni, non c’è stata l’assoggettibilità ma tre pagine di prescrizioni. Nessuno sa che cosa si è respirato per dieci anni: i primi dati sono del 2017. Sugli abusi qualcuno ha minimizzato anche se si parla di 4 locali. Quando siamo andati a fare il sopralluogo li abbiamo visti? Questa cosa mi indigna. Nella legge regionale è prevista la revoca dell’agibilità se nello stabile ci sono degli abusi. Possiamo escludere che l’azienda sia potenzialmente dannosa? Nel prg si dice chiaramente che nella zona sono esclusi gli impianti che possono diventare dannosi. Facendo appello alla compatibilità ambientale, potremmo valutare la delocalizzazione. Non c’è bisogno dei dati”.  Valerio Mancini, consigliere della Lega, ha evidenziato che “il nostro comune non è diverso dagli altri dell’Umbria. Ma il tema della sicurezza ambientale o sul lavoro passa in secondo piano. La magistratura deciderà al posto della politica. Il rischio è tra la legittimità dell’impresa e la salute dei cittadini. Anche ai tempi della Splendorini, dissi che alcune aziende avevano conquistato un diritto ad operare ma erano troppo vicine alla cittadinanza. I prg non sono stati efficaci ed efficienti, la aziende non hanno la delicatezza di informare sull’attività. Comprendo il disagio dei cittadini ma questo è il risultato degli errori della politica. Dobbiamo aiutare a delocalizzazione: dovremmo fare capire alle imprese quali sono i costi sia pubblici che privati di attività insalubri. ColorGlass è un altro esempio di come non si è stati capaci di fare programmazione. L’approccio di queste vicenda è sbagliato: i cittadini non dovrebbero andare dall’avvocato ma da noi, siamo stati eletti per risolvere i loro problemi”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha parlato di una questione “che lo amareggia. Andrò oltre all’avevamo ragione noi e oltre le scuse che dovevano venire dal comune al comitato che ha avuto il coraggio di sollevare un problema che c’è. Nessuna caccia alla streghe e nessun terrorismo ecologico. Oggi c’è un convitato di pietra, Color glass, che da una posizione di apertura è passata ad una chiusura. Alla Commissione in sopralluogo Color Glass aveva detto che dai camini le emissioni erano solo vaporifere. Poi sono arrivati anche gli abusi edilizi. Ci hanno raccontato un’azienda che non esiste. Hanno preso in giro tutti noi e i cittadini che rappresento. Si comprende la mancanza di fiducia in Color Glass e anche nelle istituzioni. Ritardi, incertezze e contraddizioni ce ne sono molti. Dov’era l’Arpa prima del 2017 o nel 2016 quando un gruppo di cittadini ha opposto delle legittime preoccupazioni. Gli inasprimenti della Regione sono tardivi e la determina è contraddittoria. Addirittura Colorglass ha ricevuto 187mila euro di soldi pubblici ma non i circa 300mila euro chiesti per la riduzione delle emissioni in atmosfera. Anch’io comincio ad avere meno fiducia nelle istituzioni. Sindaco ed assessori non hanno mai preso una posizione. Un giudizio politico è doveroso. Tutti gli elementi per giudicare ci sono tutti meno uno: che cosa è successo tra 2007 e 2017”. Fernanda Cecchini, assessore regionale all’Ambiente, ha dichiarato che “sulle tematiche ambientali il legislatore ha normato il procedimento tecnico per togliere discrezionalità alla politica. Colorglass non è un caso isolato e Arpa non può fare tutti i controlli a tappeto. A Trestina il comitato ha accelerato un iter, già intrapreso in conferenza dei servizi. Il problema non è delocalizzare ma capire se è dannosa o meno alla salute dei cittadini. Attraverso Arpa esercitiamo il controllo e con il lavoro serio che sta facendo possiamo valutare come proseguire. Le prescrizioni sono severe; la conferenza dei servizi è normata dalla legge non da un odg ma quando rientreremo nell’ordinarietà il tavolo tecnico è un’ipotesi da costruire. La vicenda Color Glass rappresenta un momento molto difficile dell’agire amministrativo sia dall’opposizione che nella maggioranza per trovare una giusta sintesi tra salute, ambiente e progresso, che spesso entrano in collisione. E’ il frutto di una sensibilità molto nuova tra i cittadini. Ho preso posizione come Regione: all’assemblea pubblica ho assunto l’impegno di fare analizzare i fumi. Rimaniamo a disposizione per incontri futuri”. Il sindaco Luciano Bacchetta ha ribadito “l’utilità dell’assemblea di Trestina”, in programma mercoledì 22 agosto. “E’ giusto il confronto aperto su questa vicenda. Apprezzo il tentativo di gestire politicamente la vicenda. Bisogna farsi guidare dalla ragione e farsi guidare dalla legge. La politica deve rispettarla, anche quando non gli piace. Sugli abusi edilizi, riguardano una tettoia da demolire. In nessun modo può implicare la  chiusura dell’attività. Nella relazione dell’Arpa del giugno scorso sui campionamenti anche esterni al perimetro della fabbrica, nessun risultato è fuori norma e il materiale proveniente da Ferrara risulta essere non pericoloso. Il crinale è delicato: non è l’opinione pubblica che spinge le istituzioni ad un comportamento più severo. L’assemblea di mercoledì a Trestina sarà importante. Dobbiamo attenerci alla legge anche se il mio auspicio è che si esca da questa situazione nel modo più sereno. L’azienda per ora è chiusa. Ho fiducia negli enti preposti”. 

 

 

 


Condividi