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Notizie dal Comune

RIADOTTATO IL PRG DI CITTA' DI CASTELLO. PER LA MAGGIORANZA RIADOZIONE TECNICA, POCHE E NON DI SISTEMA LE MODIFICHE, PIANO A MISURA DI CITTA': CEMENTO ZERO E RILANCIO FUNZIONI URBANE. CRITICHE DALLE MINORANZE, ASTENUTE TRANNE IL NO DI CASTELLO CAMBIA, S
CONSIGLIO
09.10.2018 -

 

 

 

 

 

 

Sintesi. Riadottate la variante di assestamento al prg e la variante al piano operativo di Città di Castello, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che, modificando la legge regionale sul governo del territorio, a cascata ha implicato alcune modifiche del piano originario, tra cui lo stralcio di cinque zone dove sono in atto frane, in attesa della verifica geologica. L’atto è passato con il sì della maggioranza, Pd, Psi, La Sinistra, il no di Castello Cambia e l’astensione di Lega, Tiferno Insieme, Fratelli d’Italia, Movimento Cinque Stelle. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha proposto - d’accordo il resto delle minoranze - di non votare “l’immediata eseguibilità della parte operativa perché la fase delle osservazioni e controsservazioni avrebbe coinciso con le festività natalizie”. La maggioranza ha escluso l’eventualità di poco spazio per l’informazione e la presentazione di istanze da parte dei cittadini. Votato di nuovo anche il Piano acustico, su cui i nuovi dettati hanno influito: maggiore consenso per questo strumento adottato dalla maggioranza ma con astensione di Tiferno Insieme, Movimento Cinque Stelle, Lega, Fratelli d’Italia a cui si è aggiunto anche  Castello Cambia. Per la maggioranza le modifiche sono state prevalentemente ancorate al parere geologico che torna alla Regione, mentre la legge della Regione lo aveva posto in capo ai comuni. L'assessore all’Urbanistica Rossella Cestini ha definito “L’intervento di natura prevalentemente tecnica - errori materiali, refusi, riperimetrazioni -  a parte le cinque zone stralciate, una sulla variante di assestamento e quattro nell’operativo perchè, in quanto franose, la Regione aveva chiesto una verifica preliminare che avrebbe allungato i tempi a dismisura. Per il resto il piano mantiene tutte le sue linee ispiratrici - no cemento, recupero, riqualificazione e rigenerazione - e gli indici, compresa l’edificabilità al 10% massimo del costruito”. La maggioranza ha parlato di un prg ad opzione Cemento zero con priorità il centro storico (Pd), moderno, efficace, sostenibile (Psi). Le opposizioni di contro hanno criticato poca prudenza sul fronte sismico e idrogeologico (Lega), nessuna previsione su ex Fat, ospedale Piazza Burri, poca attenzione al recupero (Tiferno Insieme), poca attenzione al centro storico e troppo consumo di suolo (Castello Cambia), interventi spot che possono snaturare l’insieme (Fratelli d’Italia), edificabilità anche nelle zone franose (Movimento Cinque Stelle). Valerio Mancini, consigliere della Lega, ha proposto di “non spostare la nuova Dante dalla sua sede storica per non spogliare il quartiere di funzioni e valore immobiliare”.


 

Rossella Cestini, assessore all’Urbanistica, ha illustrato la variante numero 1 bis di assestamento al piano strutturale, ricostruendo i trascorsi amministrativi: approvata nel febbraio scorso, la variante non è stata pubblicata per intervento della sentenza della Corte Costituzionale. Stessa cosa è avvenuta per il piano operativo, adottato a nel marzo scorso. Siamo dovuti ripartire daccapo: riadottiamo e quindi riapproveremo la variante strutturale e adotteremo la parte operativa. La Regione Umbria ha preferito questo percorso alla ratifica. C’è voluto più tempo anche se le modifiche sono state minime perché la sentenza tocca soltanto per la valutazione geologica che torna in capo alla Regione e non ai comuni. Abbiamo fatto una ricognizione generale che ci ha permesso di correggere errori materiali e refusi. Nella disamina è rientrato anche il piano acustico”.


Il dirigente del settore Urbanistica Federico Calderini ha spiegato che “la sentenza 68 della Corte Costituzionale ha rimesso in discussione anche la variante allo strutturale che aspettava solo la fase dell’efficacia con la pubblicazione, e non solo la parte operativa, nella fase dell’adozione. Per l’aspetto saliente la normativa è interessata sull’articolo 28, comma 10, a proposito del parere geologico. Per snellire le procedure, la Regione aveva delegato alla Commissione edilizia del comune con intervento del geologo”.

Marcella Mariani dell’Ufficio di Piano ha illustrato la variante 1: “Abbiamo acquisito il parere geologico, che l’ha implementata e corretta e viene ripresentata oggi. I contenuti sono: stralcio di un area edificabile nel piano vigente a Morra, che sarà oggetto di microzonazione. Sono state aggiunte rettifiche per errori materiali su zone boscate, corrette 12 perimetrazioni, alcune schede del censimento dei beni sparsi e inserita una norma per Santa Lucia”. Su operativo e piano acustico, Paolo Ghirelli, architetto progettista del piano, ha aggiunto che “è stato il primo piano con la nuova legge regionale e la nuova procedura di assoggettabilità a valutazione ambientale strategica, superata nel gennaio 2017. L’impianto del piano è stato confermato”.

 


Dibattito. Marcello Rigucci ha sottolineato che “a Morra il fronte di frana è molto piccolo ma la collina della Montesca, Nuvole in particolare, ha un fronte molto vasto. Mi preoccupa. Aumentiamo la distanza di sicurezza. Nel centro storico non avete preso in considerazione la microzonizzazione sismica”. Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha sottolineato come “dal 2016 alcune cose in città sono cambiate. Abbiamo l’urgenza di sbloccare lo strumento ma nella variante non soggetta a Vas si potevano integrare delle linee guida con il centro storico e la zona industriale. Nel primo ci sono aree bianche come l’ex ospedale, ex Fat, Piazza Burri non trattate perché oggetto di interventi privati ma si potevano dare input a partire da un’analisi sul tutto. Per la zona industriale tralasciando la facile polemica sul cambio di destinazione, c’è poca spinta al recupero dell’esistente”. Vittorio Morani, capogruppo del PSI, ha dichiarato che “il piano fa riferimento alle linee programmatiche pensando una città a misura d’uomo, senza consumo di territorio; le zauni, le zone agricole edificabili, sono state dislocate nel territorio come continuità dell’esistente, c’è il tetto del 10% edificabilità. La burocrazia è andata a discapito dei cittadini. Gli Uffici e l’equipe di piano hanno lavorato con molta professionalità. Sull’operativo: oggi portiamo a compimento il prg e le sue previsioni diventano norma. Il piano è moderno, efficace, sostenibile grazie alla salvaguardia paesaggistica, a meno inquinamento, risparmio energetico. Risponde alle esigenze delle frazioni che hanno bisogno di riqualificazione. Voteremo sì”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha ricordato le valutazione “negative, date al momento dell’adozione dell’operativo: utilizzo e consumo del suolo, estensione delle aree industriali ed urbane che sono un’ulteriore schiaffo al centro storico. Oggi ci viene detto che ci sono anche altri errori, per esempio sull’assetto idrogeologico. Il piano acustico riflette il problema del rumore della viabilità. Non avete recepito nessuna delle nostre richieste come ad esempio una riduzione dell’edificabilità lungo l’Apecchiese”. Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha specificato che “la sentenza ha ridisegnato 5 zone franose, uno per lo stutturale e quattro per l’operativo. Il dibattito dovrebbe fermarsi qui. Anzichè aspettare la verifica, le stralciamo ed abbiamo recuperato superfici in parte tolte da queste aree. L’adeguamento del piano acustico è importante: si muove con il prg e ci permette di modulare parallelamente gli interventi. La zonizzazione sismica di Nuvole comprende una chiesa antica che non ha dato segni di cedimento. Le zone franose le abbiamo tolte dall’edificabilità. Cemento zero e riqualificazione sono le coordinate: ora dobbiamo dedicarci al rilancio del centro storico. Non solo piccole agevolazioni ma un progetto più strutturato che passi per la residenza. Un altro elemento strategico è il PUMS. Auspico di proseguire in modo condiviso”. Per Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, “il bicchiere mezzo pieno è avere rimesso ordine sulla stesura approvata. Confermo i miei dubbi sugli interventi spot che possono stravolgere il disegno d’origine. Confermo l’astensione ma rimane un punto politico la conoscenza delle scelte urbanistiche da parte dei cittadini e la responsabilità della regione nel licenziare una norma non legittima. Ora c’è il rischio che osservazioni e controsservazioni cadano sotto Natale. Non rispetta il principio di partecipazione democratica. Propongo di procrastinare la pubblicazione per permetterne una visione compiuta”. Valerio Mancini, consigliere della Lega, ha ribadito l’astensione: “metto sul tavolo il tema della nuova scuola media. La crescita della città nel tempo è stata scandita anche dal sorgere di servizi che hanno mantenuto alto e perequato il valore immobiliare e la coesione sociale. Propongo di ricostruire la scuola nella sua sede storica, di non trasferirla”.


Nella replica l’assessore Cestini si è detta soddisfatta del dibattito, che ha permesso di rimettere al centro alcune tematiche che il prg ha affrontato, ad esempio il centro storico, che tuttavia non si rilancia solo con il piano; anche la zona industriale, interessata da una trasformazione anche commerciale, è stata regolamentata. Lo sforzo per dare un’idea complessiva di città c’è stato anche considerando le zone critiche che vanno rigenerate. In concomitanza si muovono due strumenti di pianificazione importante: il Pums e il regolamento sul commercio. Se dialogheranno ci saranno risposte importanti. Da stasera il piano sarà pubblicato, i tempi ci sono. Non mi preoccupo di arrivare a Natale senza la dovuta informazione ai cittadini. Non succederà”.


Dichiarazioni di voto. Nelle dichiarazioni di voto Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, ha detto che “La strada che costeggia il boschetto è avvallata, significa che c’è un movimento in corso, qualcuno se ne deve assumere la responsabilità. Anche altre zona Nuvole hanno gli stessi problemi e si vedono anche dal satellite. Nella scorsa legislatura il comune aveva finanziato tutti quelli si insediavano nel centro storico, io avrei finanziato chi rimaneva. C’è stato spreco non disattenzione Non lasciamo le scelte ai tecnici, deve farle la politica. Mi astengo”. Marco Gasperi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle: “Ancora una volta i consiglieri non sono stati messi nelle condizioni di conoscere le carte del prg. Le responsabilità che andate ad assumervi poggiano su dichiarazioni aleatorie. Il centro storico lo massacriamo ma dite che ci metterete le mani in seguito. Sui crolli è imbarazzante: se non era per la legge, avevate approvato tutte le estensioni di edificabilità. Ribadisco la proposta di Lignani di posticiparlo”. Luciano Tavernelli, consigliere del PD, ha detto “la mia preoccupazione è di dare ai commissari massima documentazione. E’ stato fatto. Non avevamo deciso di costruire sulle zone stralciare ma di subordinare a verifica geologica. La Regione ci ha detto di farla prima con un allungamento dei tempi imprecisata. L’edificabilità era distante dal crollo. Non diciamo che costruiamo sopra le parti franose”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia: “Sopra le frane in questo comune non si costruisce ma sopra i rifiuti sì. La prevenzione in Italia non viene praticata. Voteremo contro. Votatelo da soli. Per il piano acustico ci asterremmo perché lo riteniamo un elemento importante per la cittadinanza”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha proposto di non votare l’immediata eseguibilità della parte operativa per “guadagnare tempo”. L’assessore Rossella Cestini ha aperto all’ipotesi di un allungamento dei tempi delle osservazioni. Anche per il sindaco Luciano Bacchetta i tempi non “coincideranno con il Natale ma arriveranno naturalmente a gennaio, a causa del ritardo accumulato”. Il segretario Bruno Decenti sulla tempistica ha chiarito che “tra un adempimento ci sono tempi non normati che possono essere flessibili”.

 

 

 

 


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