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Notizie dal Comune

CANNABIS LIGHT: DIBATTITO SU DIPENDENZE E GIOVANI IN CONSIGLIO COMUNALE A PARTIRE DA INTERPELLANZA DI FORZA ITALIA SU NUOVO NEGOZIO APERTO A CITTÀ DI CASTELLO
Centro storico 2
10.10.2018 -

 

 

 

 

“Il ministero della Sanità si è detto contrario alla vendita della cannabis light ma a Città di Castello ha aperto un negozio che commercializza prodotti a base di questa sostanza” ha detto il capogruppo di Forza Italia Cesare Sassolini nel presentare un’ interpellanza sull’apertura di un punto vendita nel centro storico. “Ce ne sono 400 in Italia, 8 in Umbria ed 1 a Città di Castello. Gli esperti dicono che non sono stati calcolati gli effetti della vendita libera di tali sostanze e il consumo può influire sulla sicurezza di alcuni comportamenti come la guida. In un momento in cui cresce il fenomeno del consumo e dello spaccio di sostanze stupefacenti, qualcuno ha autorizzato l’apertura del negozio lungo Corso Vittorio Emanuele. Chi ha dato la licenza? Chi vigilia? Verifichiamo se è possibile la revoca e informiamo le scuole sulle conseguenze del consumo. Chiedo un contributo delle diverse sensibilità in consiglio”. L’assessore al Commercio Riccardo Carletti ha detto di “capire lo spirito dell’interpellanza per la salute dei nostri giovani ma in base alle leggi per l’apertura di un’attività commerciale di quelle dimensioni non c’è autorizzazione ma segnalazione certificata, la Scia. Quindi neanche revoca se non per estrema necessità o immediato pericolo. Andiamo nelle scuole, anzi torniamo nelle scuole con iniziative, già fatte su droghe, bullismo, ludopatia. Avrei preferito che aprisse un forno o un negozio di abbigliamento ma la legge per ora dice altre cose. Non abbiamo una linea come Stato e questi negozi introducono un altro elemento di incertezza perché controllare cosa si metta in contenitori apparentemente in regola è molto complicato. Ogni introito di tali negozi però sono euro tolti alle mafie. Capisco lo spirito ma l’assessore al Commercio non può vietare tale attività”. Il consigliere del PD Francesca Mencagli ha aggiunto che “la canapa è una bellissima pianta naturale, ci sono diverse varietà ma, senza entrare nello specifico, i cannabinoidi si trovano nella nostra dieta già ora e l’effetto ipnotico non è lo stesso del principio usato per le sostanze stupefacenti. E’ un settore nuovo: mi faccio promotore di un’iniziativa che approfondisca l’utilizzo della canapa”. Marco Gasperi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, ha definito “la canapa il futuro, è il suino dell’agricoltura, si utilizza tutto di questa pianta e in questo senso si lavora: dalla bioedilizia alla medicina. La psicotropicità del THC in commercio è inattiva”. Valerio Mancini, consigliere della Lega, ha detto che “la preoccupazione di Sassolini è legittima. In questa aula durante un dibattito si disse che il 30% dei giovani aveva avuto contatti con le sostanze. Nulla contro il negozio ma il problema c’è. Quelli da perseguire non sono chi apre un negozio: nel 2012 in Umbria è nata la proposta di reintrodurre l’unità cinofila. Ce n’è solo una. Del protocollo approvato in consiglio regionale non se ne fece nulla. E’ giusto pensare ad una agricoltura che possa curare, come fa la canapa a costo zero. Nel passato lo facevano per le sue molte virtù. In una agricoltura che dà poco margine, la canapa è una soluzione. Capisco e condivido la chiarezza chiesta da Sassolini. Sfruttare l’aspetto medicale per un uso corretto. La Regione Umbria ha previsto nei Piano di sviluppo rurale tale coltura. Intensifichiamo l’informazione: potrebbe dare opportunità di lavoro ed energia pulita”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia: “Fatta salva la parte giuridica dell’assessore, che la canabis terapeutica faccia bene è contrastato; la legge nel 2016 ha permesso l’apertura di questi coffeè shop. Implicitamente questi negozi trasmettono il senso del proibito a portata di mano; se legalizziamo scemerebbe insieme agli affari. Questa norma è avvenuta durante un governo di centrosinistra per una cultura liberataria. Il governo deve cambiare alcune normative tra cui questa sull’uso della canapa. Anzichè sulla marjuana, intervenga sulle cure palliative dei bambini malati”. Per Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, “l’interpellanza non vuole approfondire le varietà della cannabis ma le ricadute sociali. La legge autorizza la vendita con una concentrazione molto bassa di principio attivo ma il punto è il messaggio dello sballo facile. Le vere dipendenze sono altre: se oggi il nostro sistema proibizionista non ha avuto risultati è perché stiamo lavorando pochissimo sulla prevenzione. Dobbiamo fare di più. Va bene la repressione ma oggi non ha scongiurato il consumo sempre più diffuso. E non aggiungo niente sulle dipendenze legali, come l’alcool. Lavoriamo per un piano di prevenzione”. Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha detto che “Esprimo la mia contrarietà alla legalizzazione da cui tornano indietro anche nei Paesi che l’hanno sperimentata. Il principio di prevenzione è importante. In questa fase amplifichiamo le funzioni dei servizi nell’informazione ai giovani e trasmettiamo ai giovani che c’è qualcosa di meglio delle finte canne”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Pd, ha invitato “a non confondere. Condivido l’invito alla sensibilizzazione dei giovani. Un grande ruolo è del comune ma anche delle scuole e del sistema sanitario nazionale. Sono in disaccordo con questi punti vendita per il messaggio che trasmettono verso i più vulnerabili e prefigurano altri tipi di consumo per l’utilizzo a scopo ricreativo. Ma la legge non lo prevede: all’inizio del secolo eravamo il secondo produttore mondiale di canabis sativa o industriale. Il THC della cannabis terapeutica è tra 5 e 8 per cento, è dimostrata la sua efficacia; in quella in vendita lo 0,5. Il messaggio va equilibrato”. L’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini ha annunciato “il finanziamento di un progetto sulla ludopatia e sulle dipendenze”. Sassolini nella replica si è detto “positivamente sorpreso di una visione univoca: proteggere i giovani, non condannarli. Sono d’accordo su questi aspetti con la Arcaleni. Abbiamo su questo una sensibilità notevole. Sono felice dei distinguo e della disponibilità di Mencagli. L’assessore potrebbe dichiarare che la vendita di tale sostanze non è gradita a Città di Castello. Una moral suasion”.

 

 


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