Registrati ai servizi APP IO e ricevi tutti gli aggiornamenti dall'ente
APP IO
Home Page » Documentazione » Notizie dal Comune » lettura Notizie e Comunicati

Notizie dal Comune

RESOCONTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI LUNEDì 14 SETTEMBRE 2015
Archivio
16.09.2015 -

 

APPROVATA MOZIONE PER IL RIPRISTINO DELLA EX FCU



Il consiglio comunale ha approvato la mozione per il ripristino della tratta Città di Castello-Umbertide della ex Fcu, emendato sulla base delle indicazioni del dibattito, con i 13 voti favorevoli della maggioranza di Centrosinistra (Pd, Psi, La Sinistra per Castello) e di Fdu e i quattro voti contrari di Lega Nord, Polo Tifernate, Pdl, Fratelli d’Italia.

Dispositivo. Con la mozione approvata il Consiglio Comunale di Città di Castello “impegna il sindaco e la giunta di Città di Castello alla redazione di un documento indirizzato alla presidenza regionale ed all’assessorato competente, per l’immediato ripristino della funzionalità e della qualità della tratta attualmente sospesa (Umbertide – Città di Castello – Sansepolcro)”; ad “attivarsi per istituire un tavolo diretto di confronto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, auspicando soluzioni che possano anche coinvolgere le Ferrovie dello Stato”; a “prevedere riduzioni del costo del biglietto o abbonamento a favore degli utenti penalizzati dalla tratta sospesa”.

Dibattito. Il presidente del consiglio comunale Stefano Nardoni ha introdotto la discussione sottolineando come la mozione all’ordine del giorno avesse avuto la firma di tutti i rappresentanti dei gruppi consiliari e ha dato la parola al sindaco Luciano Bacchetta, il quale ha ringraziato i capigruppo “che, promuovendo questo consiglio comunale straordinario, hanno fatto un ottimo servizio alla collettività e alla città, perché è fondamentale tenere sotto la lente di ingrandimento la vicenda della ex Fcu, In particolare la vicenda che riguarda la sospensione, che non diventi soppressione, della tratta Città di Castello - Umbertide”. Il primo cittadino ha sottolineato come la notizia della sospensione abbia colto tutti impreparati e non ha nascosto di “essere rimasto negativamente impressionato dalle modalità di questa decisione”. “Se vi erano queste condizioni bisognava già da tempo correre ai ripari, occorreva parlarne prima – ha detto il sindaco - invece informazioni esaustive le abbiamo avute successivamente alla sospensione, quando abbiamo scoperto che non è solo la zona di Montecastelli, come sembrava inizialmente, ad essere interessata dalla necessità dell’intervento, ma l’intera tratta Città di Castello - Umbertide”. L’intervento è stimato in 5-7 milioni di euro e richiederà un anno, anno e mezzo di tempo. Altro elemento fornito dal primo cittadino è che anche la tratta di Sansepolcro e Città di Castello corre il rischio di essere sospesa, perché le condizioni sono simili a quelle della tratta Città di Castello - Umbertide. “In questa vicenda occorre avere bene chiaro un obiettivo, che è quello di salvare la linea ferroviaria Sansepolcro - Umbertide, perché è di fatto l’unica tratta che unisce per intero tutta l’Umbria, da San Giustino a Terni”. “Realisticamente – ha proseguito - l’obbiettivo primario oggi è reperire immediatamente le risorse per ripristinare la tratta Città di Castello - Umbertide e, molto probabilmente, anche la Sansepolcro - Città di Castello, altrimenti si assisterà alla morte per eutanasia della ex Fcu”. Al dibattito ha preso parte anche il presidente del Comitato Pendolari Altotevere, Andrea Meniconi, che ha sostenuto “la necessità di far partire una mobilitazione generale per scongiurare il rischio di assistere al funerale della ferrovia” e ha rappresentato ai consiglieri la “disorganizzazione” di Umbria Mobilità nel trovare soluzioni per ovviare alla sospensione dei treni e la “mancanza di rispetto nei confronti dell’utenza”. Il capogruppo del Pd  Gaetano Zucchini ha richiamato l’attenzione sul fatto che la rete ferroviaria “rappresenti una risorsa per questa regione con i suoi 147 chilometri che vanno ad unire Terni a Sansepolcro e l’utilizzo costante da parte dei cittadini”. “Da troppo tempo – ha osservato – è purtroppo partita una deriva insoddisfacente del servizio, con poca qualità, poche risorse economiche per la manutenzione straordinaria e ordinaria, poca progettualità”. “La Regione risponda su che tipo di volontà c’è di conservare la vita della ex Ferrovia Centrale Umbra, senza gli handicap attuali, ma con la qualità di un servizio efficiente”. “Nella drammatica ipotesi in cui essa venisse considerata antieconomica sarebbe bene saperlo, ma se viene mantenuta allora bisogna trovare le risorse”, ha affermato Zucchini, che ha proposto di interpellare anche il Ministero delle Infrastrutture, oltre che coinvolgere la Regione. A concordare è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia Sandro Busatti, per il quale, invece, l’azienda che in questo momento gestisce il traffico in Umbria “è interessata ad altri mezzi di trasporto, come gli autobus, piuttosto che a quello ferroviario”. Ecco perché si favoriscono i pullman anziché i treni, con la logica, peraltro, che un pullman costa meno di un treno”, ha detto Busatti, che ha accusato l’amministrazione attuale e quella precedente di corresponsabilità dell’attuale situazione. “Non si è voluto scommettere sulla ferrovia, che è un volano economico mostruoso”, ha sostenuto l’esponente della minoranza. “E’ ovvio che la sicurezza degli utenti viene prima di tutto - ha rilevato Busatti - ma la manutenzione della tratta andava fatta già dieci anni fa e ci si chiede dove siano andati a finire i soldi a ciò necessari”. Busatti ha quindi avanzato la proposta che le Ferrovie dello Stato si prendano carico della gestione della tratta locale. Il consigliere Alessandro Alunno, capogruppo de La Sinistra per Castello, ha sollecitato il consiglio comunale a far partire proposte importanti e il sindaco a richiedere garanzie immediate, affinché un servizio alternativo sia effettuato con il massimo rigore. “Bisogna avviare una fase concertativa che possa restituire un briciolo di progettualità e di dignità politica”, ha detto Alunno, che ha sottolineato “la gravità di non aver comunicato a lavoratori e studenti che hanno sottoscritto l’abbonamento al treno, per un costo di circa 300 euro annui, che era stata già decisa la sospensione della tratta”. Questa considerazione ha trovato concorde anche il capogruppo del Polo Tifernate Cesare Sassolini, che ha ricordato l’incontro con il direttore tecnico di Umbria Mobilità Fagioli in giugno, sollevando il dubbio che siano stati taciuti provvedimenti in realtà già presi dall’amministrazione regionale. “Sono aperto a qualsiasi tipo di proposta, purché fatta seriamente, perché i cittadini non si meritano questo”, ha affermato Sassolini, che ha invitato a considerare l’ipotesi di un dialogo con la Regione Toscana per valutare la fattibilità di uno sfondamento verso Arezzo, in modo da non lasciare isolata Città di Castello. Per Luciano Tavernelli, consigliere del Pd, “ci sono dei problemi oggettivi, è inutile negarlo, ma bisogna trovare una soluzione, perché dal 2008 sono stati trasferiti alla società che si occupa della ferrovia e che ha cambiato più volte nome oltre 200 milioni di euro”. “Solo nel 2015 sono a disposizione dell’ex Fcu 15 milioni di euro per manutenzione ordinaria e straordinaria”, ha detto Tavernelli, che ha rilevato “un difetto nel piano regionale dei trasporti, che fa fuori la maggiore città del nord (Città di Castello) e quella maggiore del sud (Terni)”. “Probabilmente i soldi per ripristinare la tratta ci sono – ha concluso il rappresentante della maggioranza - occorre però spenderli bene, per questo è fondamentale il controllo della Corte dei Conti e l’impegno degli onorevoli locali”. Per Valerio Mancini, capogruppo della Lega Nord, “assistiamo ad un consiglio in cui le forze di maggioranza affermano ciò che le opposizioni dicono da molto tempo, cioè che l’ex Fcu era un buco senza fondo”. “Sono stati spesi 18 milioni di euro in treni elettrici, che fine hanno fatto?”, ha chiesto Mancini, che ha aggiunto: “perché sono stati comprati, se già si sapeva che la linea elettrica, le rotaie, non supportano questi nuovi mezzi e la velocità che potrebbero raggiungere?”. “Occorre avere il coraggio di ribellarsi a dei politici che si prendono gioco di noi ed essere dalla stessa parte su temi importanti”, ha concluso l’esponente del Centrodestra, giudicando il documento, pur condiviso, superato dai fatti. Il consigliere Pd Gionata Gatticchi ha dissentito, ricordando che, “nel consiglio comunale di luglio era stata l’opposizione a chiedere uno slittamento sulla questione della linea ferroviaria, mentre la maggioranza avrebbe proceduto già da allora”. Il rappresentante della maggioranza ha, quindi, ricordato come “il piano regionale dei trasporti su cui già qualche tempo preveda per l’Alta Umbria soltanto degli interventi quali il metrobus, che non era uno strumento idoneo, assieme al potenziamento della E78”. “Serviva un intervento molto più strutturale – ha detto Gatticchi – e da questo punto di vista è necessario dare mandato pieno al sindaco per dargli la legittimazione politica di dire che la situazione è grave”. “Votare un ordine del giorno che legittima il sindaco a fare le azioni necessarie per tentare di risolvere la situazione – ha concluso Gatticchi - è necessario”. Per Luca Cuccaroni, capogruppo di Fdu il sindaco deve farsi portavoce nei confronti della società gestrice della ferrovia “per far ottenere almeno uno sconto a coloro che hanno fatto l’abbonamento e che pagano costi mensili per un servizio che non si è rivelato tale”. “Il sindaco dovrebbe chiedere un risarcimento danni per i pendolari”, ha sostenuto Cuccaroni, che ha richiamato l’attenzione sul fatto che la Regione Toscana si sia mossa bene diversamente, prendendo un impegno per ripristinare la tratta Sansepolcro – Arezzo”. Il consigliere del Psi Vittorio Morani  ha ribadito  che “la manutenzione della linea ferroviaria, per non mettere in pericolo gli utenti che ogni giorno ne usufruiscono, è una necessità nota a tutti, e non da ora”. “Bisogna far chiarezza sul ripristino della tratta sospesa e conoscere la durata dei lavori di manutenzione necessari, che devono essere compiuti in tempi certi, perché questa linea rappresenta un patrimonio per l’intera collettività”. Riccardo Celestini, consigliere Pd, ha concordato con il consigliere Cuccaroni sulla necessità di realizzare uno sfondamento verso Arezzo, ricordando come anche lui lo avesse detto a suo tempo all’ingegner Fagioli, il quale aveva sottolineato la tesi che ci sarebbero poche utenze sulla tratta verso Arezzo. “La verità è che non c’è strategia, non c’è lungimiranza nel progetto per la ex Fcu e questa della sospensione è una decisione antistorica”, ha dichiarato Celestini, che ha rilevato come “se si fosse fatta una politica di sensibilizzazione sull’uso del treno avremmo ora più utenze e il progetto sarebbe più sostenibile”. “Occorre agire in sinergia per far capire a chi di dovere che non si vuole rinunciare senza lottare al proprio treno, è una necessità per molti cittadini, anche i portatori di handicap che al momento non possono accedere agevolmente ai convogli”, ha concluso l’esponente della maggioranza.  Vincenzo Tofanelli, consigliere Pd, premettendo come a nessuno siano piaciute le modalità di comunicazione della sospensione della tratta, ha affermato come “innanzi a tutto debba essere messa la sicurezza della ferrovia, perché non si può transitare su una ferrovia che mette in pericolo la sicurezza delle persone”. Il consigliere ha quindi concordato sulla necessità che Umbria Mobilità rimborsi o risarcisca gli utenti che abbiano fatto l’abbonamento al treno e che si trovano ora in uno stato di oggettivo disagio. “Bisogna che il sindaco si attivi per coinvolgere i sindaci del territorio e pretenda un documento chiaro con previsioni di spesa e  tempistiche certe  per il ripristino della tratta”, ha concluso Tofanelli. Davide Pazzaglia, capogruppo del Pdl, ha sostenuto che sarebbe il caso di “sedersi ad un tavolo per valutare una eventuale alternativa al ripristino, come sfondare verso la Toscana”. “Il passo successivo a questa mozione sarebbe  pertanto di  convocare un tavolo per discutere se è preferibile ripristinare una tratta ormai obsoleta, che non garantisce più la sicurezza, o sfondare verso Arezzo”. Dal rappresentante della minoranza è venuta anche la sottolineatura dello stato di precarietà delle carrozze in questi ultimi periodi sotto il profilo igienico. Il capogruppo del Psi Marco Mearelli ha invitato a considerare il servizio sulla ex Fcu “sospeso e non chiuso, altrimenti sarebbe inutile anche discuterne in consiglio”. “La ferrovia – ha detto - è fondamentale per due motivi: perché è necessario il trasporto tra Città di Castello e Sansepolcro e Città di Castello e Umbertide, e perché il servizio di autobus non può sostituire quello ferroviario, altrimenti si creerebbero altri disagi”. “Non credo – ha proseguito - che la Regione abbia interesse a sopprimere la tratta ferroviaria, ma occorre vigilare affinché l’amministrazione regionale rispetti il termine di un anno dichiarato da lei stessa”. Il sindaco Bacchetta ha preso di nuovo la parola, chiarendo innanzitutto che la sospensione della tratta ferroviaria “sia stata decisa dall’Ustif, che l’ha ritenuta non sicura”. Il primo cittadino ha escluso che il direttore tecnico di Umbria Mobilità interpellato in commissione a giugno potesse sapere della decisione e ha piuttosto ricondotto al mancato coordinamento fra i vari livelli la situazione che si è determinata. In merito all’ipotesi di sfondamento verso Arezzo, Bacchetta ha ribadito che è prioritario ottenere i soldi per ripristinare la tratta esistente, “altrimenti – ha detto - sarebbe tutto inutile, perché l’intera linea chiuderebbe”, e ridurre al minimo i disagi degli utenti. “Solo dopo aver ripristinato il transito – ha concluso - si può pensare allo sfondamento verso la Toscana”.

 

 

 

 

 

 


CittądiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Cittą di Castello
Condividi