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Notizie dal Comune

LA SITUAZIONE DI TELA UMBRA IN COMMISSIONE PROGRAMMAZIONE
Comune Palazzo
16.02.2016 -

“Per la prima volta nella storia le socie lavoratrici di Tela Umbra non hanno la garanzia dello stipendio fino al mese di giugno, quando la Regione dell’Umbria versa il proprio contributo annuale, e questo, in mancanza di risposte da parte del presidente, impone al sindaco di intervenire per trovare una soluzione”.  Il sindaco Luciano Bacchetta ha annunciato così che nei prossimi giorni promuoverà un incontro con i dirigenti del Comune sulla situazione di Tela Umbra, tirando le somme delle due riunioni di mercoledì 10 e giovedì 11 nelle quali si sono articolati i lavori della prima commissione consiliare “Programmazione”, convocata dal presidente Luciano Tavernelli su mandato del consiglio comunale per analizzare la gestione della società cooperativa di cui il Comune è socio. Alla presenza delle socie lavoratrici della cooperativa, dei componenti del consiglio di amministrazione, del presidente Luciano Neri, la commissione, anche con il contributo di alcuni assessori della giunta comunale, ha condotto una ricognizione sulla situazione della società che ha permesso di focalizzare problematiche, esigenze e prospettive del sodalizio. Il presidente della commissione Programmazione Luciano Tavernelli ha aperto il dibattito ricordando “il mandato venuto dal consiglio comunale a seguito dell’emergere dell’esigenza di approfondire la situazione di Tela Umbra, in un contesto nel quale condurremo una ricognizione su tutte la società partecipate del Comune”.

Relazione presidente Neri. Il presidente della Tela Umbra Luciano Neri ha parlato di una società “sostanzialmente fallita” al suo arrivo al vertice nel 2010, per il venir meno del numero legale di soci dovuto al trasferimento delle vecchie tessitrici in Regione e la conseguente permanenza di due socie lavoratrici a tempo pieno, più una part-time, e di “debiti pregressi ereditati per 138 mila euro” (38 mila euro di Tfr vecchie socie assunte in Regione, i 31 mila euro da versare alla società Sistema Museo, 36 mila euro da versare ai sindaci revisori e 33 mila euro per il mantenimento in carica degli stessi al costo precedentemente stabilito). “A fronte di questa situazione - ha detto Neri -  abbiamo assunto quattro nuove socie e abbiamo riavviato il ciclo produttivo, riprendendo anche la gestione del museo, e abbiamo avviato una politica di contenimento dei costi, portando ad esempio i revisori da tre a uno, al costo di 1.500 euro, e di rilancio, invertendo anche la tendenza sui ricavi, con un aumento del 50 per cento nel 2010 e un utile di 8 mila euro, a fronte di contributi pubblici azzerati in quell’anno”. Neri ha parlato di un lavoro che negli anni si è concentrato sull’obiettivo di far conoscere e promuovere Tela Umbra, sottolineando:  “di fronte a questo lavoro sono io che chiedo cosa non funziona, perché finora è stato condiviso tutto da parte dei soci”, ha dichiarato Neri, sostenendo che “i bilanci sono sempre stati sotto il controllo dei soci stessi” e che “in cinque anni e mezzo non ci sono stati voti contrari, solo un voto di astensione, e tutte le delibere sono state assunte all’unanimità e la mia riconferma dopo tre anni è venuta con il voto favorevole di tutti i soci”. “Se c’è un problema, in un bilancio dai numeri certamente non elevati, è rappresentato dallo scarto tra i 120 mila euro di costo del lavoro e i 40 mila euro di incassi”. Il presidente di Tela Umbra ha collocato l’iniziativa di una parte delle socie che non hanno condiviso il suo operato nell’ambito di una di dialettica interna “che non prevede alcuna forma di sfiducia in seno alla cooperativa, nella quale le socie lavoratrici hanno quote per lo 0,9 per cento del capitale, rappresentato per la maggioranza dalla Regione e dal Comune”. “Il problema è capire cosa vogliamo fare di questo patrimonio”, ha detto Neri, sostenendo che “quello che era possibile fare precedentemente, ossia pagare gli stipendi con i soldi pubblici non è più possibile per un quadro normativo e un contesto cambiati” e che “Tela Umbra è un lascito e non se ne può discutere come una partecipata”. “Se Tela Umbra muore – ha concluso Neri – si rischia di perdere un patrimonio che già in passato la Regione ha cercato di alienare prima di essere fermata dal mio intervento”.

Intervento sindaco Bacchetta.  Il sindaco Luciano Bacchetta ha spiegato che “se c’era una cosa che non avrei voluto fare era di preoccuparmi di Tela Umbra, il cui consiglio di amministrazione era in scadenza di mandato ed era mia intenzione rinviare alla nuova amministrazione ogni decisione”. “Non c’era alcuna volontà, dunque, di fare la benché minima operazione politica in questa fase – ha puntualizzato il primo cittadino – ma il problema vero è stato che quattro socie su sei, cioè la maggioranza, mi hanno scritto una lettera chiedendomi di intervenire come sindaco perché il rapporto di fiducia con il presidente uscente era venuto a mancare”. “Oggi ci troviamo qui perché il presidente Neri è stato sfiduciato dalla maggioranza delle socie e io come sindaco ho dovuto porre il problema del perché sia stato sfiduciato, senza ricevere finora alcuna spiegazione dal diretto interessato”, ha affermato Bacchetta, che ha ricordato le perplessità nutrite sulla riconferma del presidente Neri condivise con Sviluppumbria, ma di aver rispettosamente preso atto del fatto della volontà di confermarlo delle socie, che in base alle norme del codice civile numericamente esprimono la maggioranza rispetto ai soci pubblici. “Non abbiamo potuto tacere di fronte agli attacchi personali subiti, né tantomeno di fronte alle bugie e alle mistificazioni”, ha detto Bacchetta, che ha sottolineato come “i bilanci testimonino che è falso che nel 2009 Tela Umbra era fallita, perché l’esercizio dell’ultimo anno di presidenza Marinelli si era chiuso in attivo” e sia “certificato che il Comune ha sempre versato il proprio contributo di 10-12 mila euro annui, al pari della Regione, che versa oltre 100 mila euro all’anno”. “La verità è che, come testimonia il bilancio 2014, dopo cinque anni di gestione Neri i conti sono in rosso profondo”, ha detto Bacchetta, che ha precisato: “in questi anni di presidenza Neri nulla è cambiato, perché Tela Umbra vive ancora oggi del  contributo pubblico, mentre la situazione finanziaria è peggiorata”.

Dati di bilancio. A supporto della discussione, gli uffici del Comune hanno prodotto una ricognizione sui bilanci di Tela Umbra tra il 2007 e il 2014, che è stata illustrata dal dirigente del Servizio Bilancio Entrate Tributi Gigliola Del Gaia e dall’assessore Mauro Alcherigi. “Siamo stati sollecitati a fare una ricognizione e a presentare i dati di bilancio dagli interventi esterni del presidente Neri sulla presunta gestione fallimentare di Tela Umbra prima del 2009”, ha spiegato Alcherigi, che ha osservato come i numeri dicano che “la situazione non era fallimentare prima, come si dice, e non lo è nemmeno ora, anche se c’è una situazione finanziaria che è peggiorata”. Dal punto di vista dell’intervento economico del Comune, l’assessore ha rimarcato che l’amministrazione paga anche l’affitto della palazzina di via Marconi, una quota aggiuntiva che rientra a Tela Umbra dalla Regione rispetto ai 10-12 mila euro annui. “I dati di bilancio servono a smentire le falsità sostenute dal presidente e testimoniano che tutta la sua azione non ha cambiato la situazione e non l’ha certo migliorata, visto che nell’ultimo decennio solo nel 2011, 2012 e 2013 si è registrata una perdita”. Nel dettaglio, l’aspetto finanziario del 2009 riportava una differenza positiva di 18 mila euro, con crediti per 46 mila euro, disponibilità liquide per 40 mila euro e debiti per 68 mila euro. L’aspetto finanziario del 2014 riportava una differenza negativa di 41 mila euro, con crediti per 23 mila euro, disponibilità liquide per 16 mila euro e debiti per 81 mila euro. Le spese per il personale sono state di 99 mila euro nel 2009, 96 mila nel 2010, 113 mila nel 2011, 110 mila nel 2012, 125 mila nel 2013 e 123 mila nel 2014. Per le materie prime si spendeva 7 mila euro nel 2009, 10 mila nel 2010, 12 mila nel 2011, 7 mila nel 2012, 12 mila nel 2013, 6 mila nel 2014. Per i servizi si parla di 51 mila euro nel 2009, 49 mila euro nel 2010, 41 mila nel 2011, 48 mila nel 2012, 32 mila nel 2013, 28 mila nel 2014. I ricavi da vendita sono stati 40 mila euro nel 2009, 62 mila nel 2010, 42 mila nel 2011, 46 mila nel 2012, 41 mila nel 2013, 46 mila nel 2014. I contributi pubblici (Regione e Comune) sono stati 130 mila euro nel 2009, 118 mila nel 2010, 124 mila nel 2011, 125 mila nel 2012, 111 mila nel 2013, 109 mila nel 2014. Per quanto riguarda il risultato di bilancio, c’è stato un utile di 12 mila euro nel 2009, 8 mila nel 2010, una perdita di 3 mila euro nel 2011, una perdita di 10 mila nel 2012, una perdita di 11 mila nel 2013 e un utile di 2 mila euro nel 2014. I crediti sono passati da 46 mila euro del 2009 a 23 mila nel 2014, la disponibilità liquida (cassa più conto corrente bancario) è passata da 40 mila euro nel 2009 a 16 mila euro nel 2014, i debiti sono passati da 68 mila euro nel 2009 a 75 mila euro nel 2014.

Dibattito. La discussione si è aperta con l’intervento della socia di Tela Umbra, membro del consiglio di amministrazione, Natalia Giulietti ha parlato di impegni gestionali del presidente che dopo l’insediamento non hanno avuto seguito, sollevando la questione dell’attivazione da parte di Neri della carta di credito aziendale. “Una cosa mai fatta – ha detto- che il presidente ha continuato a utilizzare nonostante la nostra richiesta nel 2012 di riconsegnarla, insieme alle password per l’home banking, e sulla quale abbiamo deciso in prima battuta di soprassedere”. In merito alla riconferma alla guida di Tela Umbra, Giulietti ha spiegato che la fiducia a Neri fosse stata motivata dall’impegno a cambiare le modalità di gestione fino ad allora adottate e a condividere con le socie le proprie scelte. “Una cosa che però non è mai stata fatta – ha sostenuto la socia – con un utilizzo dei soldi di Tela Umbra per cose non condivise da noi e senza passaggio nel consiglio di amministrazione”. In questo contesto, Giulietti ha riferito che nel 2015 si sono determinate difficoltà finanziarie che hanno pregiudicato la disponibilità economica per gli stipendi, anche per una gestione del museo non condivisa, con l’affidamento dei locali senza alcun pagamento, tranne che in una occasione. Il consigliere del Pd Gionata Gatticchi ha deplorato l’approccio avuto da Neri rispetto all’esigenza rappresentata in consiglio comunale di valutare la conduzione di Tela Umbra e ha sostenuto che “è impossibile che aziende con 12 mila euro di attivo possano fallire come va dicendo il presidente di Tela Umbra a proposito dell’anno 2009”. “Dai risultati di bilancio non si evince che la gestione di Tela Umbra sia cambiata sotto il mandato di Neri, rispetto a quella che lui definisce una gestione parassitaria”, ha eccepito Gatticchi, che ha chiesto conto delle spese non condivise con le socie effettuate con la carta di credito”. Il capogruppo de La Sinistra per Castello Alessandro Alunno  ha sottolineato come “sia doveroso che il consiglio comunale si occupi della gestione di una partecipata come Tela Umbra, anche in ragione del suo valore immateriale rappresentato dalle lavoratrici, che sono persone dedite alla conservazione di metodo tessile storico”. “Non condivido il muro contro muro del presidente Neri con le istituzioni socie, che ora e in passato non hanno determinato benefici per Tela Umbra”, ha chiarito Alunno, che ha chiesto conto di questo comportamento, sottolineando come altrove , anche in Umbria, proprio la sinergia positiva con gli enti pubblici abbia permesso di rilanciare esperienze simili. A ribadire la necessità che il Comune intraprenda ogni azione per valorizzare il patrimonio di Tela Umbra è stato il capogruppo di Fdu Luca Cuccaroni, che ha richiamato l’attenzione sulla flessione dei contributi erogati dalla Regione e sul fatto che, pur non essendo in grado di stare in piedi, produca effetti positivi sulla promozione della città. “La vera questione – ha sostenuto Cuccaroni – è che quando si gestisce una società serve una programmazione economico-finanziaria, che necessariamente va concertata con la Regione, la quale deve garantire proprio apporto nelle condizioni stabilite, perché c’è in ballo salvaguardia posti di lavoro delle lavoratrici che rappresentano un patrimonio da salvaguardare e perpetuare”. Il vice sindaco Michele Bettarelli ha fatto presente che “da assessore alla cultura insediato nel giugno 2011 con Neri è mancato il rapporto di collaborazione che ci doveva essere e  che c’è stato, invece, con tutti gli altri soggetti e ha permesso, ad esempio attraverso la Fondazione Hallgarten-Franchetti, di riaprire la biblioteca dei baroni Franchetti a Villa Montesca”. “Tela Umbra non è un patrimonio di cui è erede il presidente pro tempore, ma è un patrimonio della città che chiama in causa il lavoro di tutti”, ha affermato Bettarelli, che ha sottolineato come “il bene vero sono le socie lavoratrici, chi ha la sapienza artigiana, cosa che è sottolineata anche dal fatto che una socia vale quanto comune con suo voto”. “Lo sforzo che va fatto subito è di ragionare sulle prospettive di Tela Umbra, facendo in modo che sappia mettersi su un mercato di altissimo livello, cosa sulla quale la presidenza Neri è stata carente”, ha concluso Bettarelli. Il capogruppo del gruppo misto Cristian Braganti ha eccepito: “ha sbagliato anche il Comune, evidentemente, quando nel 2013 è stato rinnovato il mandato al presidente con tanto di elogio, mentre, con il bilanci sott’occhio, se si fossero ravvisati problemi si sarebbe dovuto intervenire”. “Se parliamo di cooperativa, anche il rapporto tra lavoro e produzione deve essere rivisto, ma dato che diciamo che è un patrimonio pubblico allora cambiamo le valutazioni e trasformiamolo in museo”, ha proposto Braganti. Il capogruppo del Polo Tifernate Cesare Sassolini ha chiesto conto delle motivazioni della nomina di Neri, “una persona – ha detto - che non aveva alcuna competenza in materia”. “La scelta politica fatta non è stata adeguata all’esigenza di dare all’azienda una gestione efficace”, ha osservato il consigliere, il quale ha sottolineato che “l’epilogo di oggi è dovuto a una scelta sbagliata”. “Per il futuro meno politica e più competenze”, ha ammonito Sassolini, che ha chiesto di conoscere la reale situazione finanziaria della cooperativa e un chiarimento sull’utilizzo della carta di credito. Il capogruppo del Psi Marco Mearelli ha stigmatizzato il fatto che “alla scadenza del secondo mandato il presidente Neri ancora abbia l’ardire di dire come dovrebbe essere gestita Tela Umbra”. “Mi sembra singolare, finora chi l’ha gestita?”, si è chiesto Mearelli, che non ha condiviso il fatto di mettere le lavoratrici nella condizione di doversi mantenere con le vendite e ha chiesto conto della reale situazione della carta di credito. “Con oltre 120 mila euro di contributi non si può parlare di società a costo zero” come dice Neri, ha concluso il consigliere. Il capogruppo di Umbria Migliore Roberto Colombo ha sostenuto che “dai numeri non si evince una gestione fallimentare, perché sono sostanzialmente in linea con il passato, in un contesto storico nel quale le attività economiche hanno sofferto”. “Analizzando il bilancio, stiamo discutendo di cifre ridicole”, ha osservato il consigliere, che ha evidenziato: “dichiariamo tutti grande amore per i Franchetti e c’è un ordine del giorno che presentò Anna Pillitu prima di morire per l’intitolazione della passeggiata della Montesca ad Alice Hallgarten che, nonostante l’approvazione in consiglio comunale,dopo quasi quattro anni non ha avuto seguito”. Il capogruppo della Lega Nord Marcello Rigucci ha evidenziato l’esistenza di “un problema legato alla vendita dei prodotti, in un contesto nel quale sono aumentati i costi e la produzione è rimasta invariata”. “Dobbiamo capire perché la situazione è peggiorata”, ha sollecitato il consigliere. “Non si può giudicare Tela Umbra solo da bilancio, in una prospettiva aziendalistica”, ha sostenuto il consigliere del Pd Riccardo Celestini, ricordando il valore culturale e storico del lascito Franchetti. “Quali attività ha posto in essere il presidente per lo sviluppo ulteriore della cooperativa, con quali partner voleva fare i passi giusti, perché non risulta che ci sia stata grande collaborazione con i soci istituzionali e nemmeno sinergia con le socie lavoratrici”, ha rilevato il consigliere, che ha chiesto conto a Neri del perché abbia proposto alcune soluzioni come l’azionariato popolare solo alla scadenza del suo mandato e non prima. “Tela Umbra è un’istituzione, non può essere considerata un’azienda come le altre, perché allora bisognerebbe avere capacità imprenditoriali e mettere in campo investimenti”, ha affermato il consigliere del Pd Mauro Severini. “E’ un patrimonio culturale manifatturiero da tramandare e il consiglio comunale deve analizzare la situazione e proporre soluzioni”, ha proposto Severini, che ha giudicato non adeguata la discussione politica che è stata aperta dal sindaco a pochi mesi dalla scadenza del consiglio direttivo, pur imputando al presidente Neri che “avrebbe dovuto rimettere il proprio mandato se avesse rilevato che non sussistevano le condizioni per gestire la società”. Nel dibattito è intervenuta anche la socia Marzia Castellani, che non fa parte del consiglio di amministrazione di Tela Umbra, che ha espresso dispiacere per il modo in cui la situazione della cooperativa sia stata portata all’esterno. Castellani ha, quindi, evidenziato gli aspetti positivi della gestione Neri riguardanti il pagamento dei debiti  e il tentativo di non generare ulteriori costi, “tutto ciò mantenendo un livello occupazionale buono per tutte le lavoratrici, migliore che in passato perché siamo tutte a tempo pieno, meno un part time per scelta”. “Le socie hanno fatto scelte positive, abbiamo ripreso in mano il museo, che è stato un passaggio importante perché l’azienda ora è in grado di provvedere da sé a questa gestione”, ha sostenuto Castellani, che ha auspicato che il nuovo consiglio di amministrazione si ponga l’obiettivo di aumentare ricavi. Il consigliere di amministrazione Giovanni Pieracci ha riferito di non essere stato messo nelle condizioni di partecipare a tutte le sedute dell’organismo, “convocate – ha detto – senza il necessario raccordo per garantire la presenza di chi è impegnato in altre attività come me”.  Pieracci ha contestato al presidente Neri “le iniziative pubbliche prese senza alcun confronto con il consiglio di amministrazione, anche a titolo personale, utilizzando il marchio della società”, lamentando anche il fatto che il registro con i verbali delle riunioni non sia custodito all’interno della sede e quindi sia consultabile. “Sono venuto a conoscenza dell’esistenza della carta di credito solo pochi giorni fa a seguito delle lamentele delle socie”, ha riferito Pieracci che ha chiesto conto a Neri delle “motivazioni morali, e non legali, per le quali dopo essere stato sfiduciato dalla maggioranza delle socie stesse si ostini a rimanere presidente, gettando fango sulla Tela Umbra”. Dal capogruppo del Pd Gaetano Zucchini è giunto il monito a “garantire  custodire tutti, prima di tutti chi ne rappresenta i vertici, Tela Umbra e il patrimonio che rappresenta”. Dati alla mano, il consigliere ha contestato al presidente Neri di non aver dato corpo a una gestione migliore del passato e di aver prospettato nel 2010 il raggiungimento dell’obiettivo dei 100 mila euro di fatturato entro un anno o due che non si è determinato. “Quando in consiglio approvammo il piano di razionalizzazione delle partecipate su Tela Umbra abbiamo continuato a puntare come patrimonio culturale della città”, ha ricordato Zucchini, che ha chiesto conto al presidente di “cosa abbia determinato i risultati gestionali attuali e un’attività progettuale che non può essere giudicata favorevolmente”. Il consigliere del Pd Vincenzo Tofanelli ha chiesto conto al presidente del fatto che nell’anno del Centenario di Burri Tela Umbra abbia cercato o meno di collegarsi all’evento, sottolineando l’opportunità che avrebbe potuto rappresentare. L’esponente della maggioranza ha ricordato il confronto interno al Pd sulla riconferma di Neri, “che – ha detto -  tenne conto del parere favorevole delle socie, come pure si è tenuto conto del loro parere per chiedere conto della gestione attuale”. “Una legittima richiesta, di fronte alla quale non comprendo la battaglia politica che è stata scatenata dal presidente di Tela Umbra”, ha detto Tofanelli. Il consigliere di amministrazione Giovanni Granci ha invitato a valutare il bilancio non solo in termini di utili, ma anche alla luce degli indicatori gestionali che offrono una visione completa della situazione. “Questo bilanci non descrivono un fallimento e una cattiva gestione”, ha sottolineato Granci, che ha espresso rammarico per il fatto di non essere stato portato a conoscenza dalle socie lavoratrici dela loro intenzione di sfiduciare il presidente Neri. “Vedo un tribunale che non ci dovrebbe essere – ha dichiarato Granci - il presidente ha fatto quello che ha potuto e Tela Umbra ha avuto un andamento in linea con quello delle attività artigianali nella recente congiuntura economica sfavorevole”. “Ci vorrebbe un manager è vero, ma come lo paghiamo?”, ha domandato Granci, che ha espresso dispiacere “per non essere stati in grado di rilanciare Tela Umbra e che vadano per questo in sofferenza le lavoratrici”. “Spero che il prossimo consiglio di amministrazione sappia puntare sul marchio, la capacità delle donne e renda vendibile un prodotto che attualmente non si vende”, ha concluso Granci. “Il problema non è il bilancio, non sono questi numeri attraverso i quali si cerca di far passare una strategia, perché 10 mila euro non possono fare la differenza su patrimonio culturale di caratura mondiale”, ha affermato il presidente della commissione Tavernelli a conclusione del dibattito. “Tela Umbra è un bene comune che obbliga tutti a ragionare di come mantenerlo, fermo restando che il presidente ha fatto due mandati ed è ora che sia avvicendato”, ha affermato Tavernelli, che ha aggiunto: “fatto da parte Neri, credo che il Comune debba investire molto più che 10 mila euro su persone che abbiano un mandato ben preciso di risultato”.

Conclusioni. A tirare le somme del dibattito è stato in prima battuta il sindaco Bacchetta, il quale ha ribadito che “non c’è stata alcuna implicazione politica, né tantomeno pre-elettorale, nel suo intervento sulla vicenda Tela Umbra, che è stato doveroso e dovuto unicamente alla sollecitazione venuta dalla maggioranza delle socie e dalla grave situazione rappresentata”. In questo contesto, il sindaco ha posto la questione del pagamento delle socie lavoratrici: “siamo a febbraio e risulta che gli stipendi non ci siano da qui a giugno, quando arriverà il contributo della Regione, un fatto mai accaduto perché finora queste spettanze sono sempre state coperte dalle risorse della Regione oltre che del Comune, che ci impone di intervenire”. Bacchetta ha posto anche l’altra questione riferita dalle socie, riguardante l’utilizzo da parte del presidente Neri di una carta di credito aziendale. “Le socie mi hanno portato documenti che hanno accentuato la mia preoccupazione – ha detto il sindaco - per il rilievo certamente morale dell’utilizzo fatto di questo strumento, che mai in passato alcun amministratore di Tela Umbra ha avuto disposizione”. In base a quanto documentato dalle socie, Bacchetta ha posto la questione della compatibilità di alcune spese con le finalità di promozione della Tela Umbra, citando tra i casi il pagamento del soggiorno di un giornalista in occasione di un convegno su Tsipras e del soggiorno di una delegazione araba. “Le socie nel 2012 avevano chiesto al presidente di restituire la carta di credito e le password, ma questo non è avvenuto e, di fronte al fatto che siano stati messi in discussione gli stipendi delle lavoratrici è lecito farsi delle domande sull’utilizzo delle risorse della cooperativa, tra l’altro senza autorizzazione del consiglio di amministrazione”. In sede di replica, il presidente Neri ha ribadito che la situazione da lui ereditata nel 2010 fosse di “sostanziale fallimento” della cooperativa per i costi che la nuova gestione si è dovuta accollare, esprimendo sorpresa per gli addebiti relativi alla carta di credito. “Per la prima volta è stato adottato uno strumento tracciabile e mi sarei aspettato che mi venisse chiesto perché non era stato fatto prima”, ha detto Neri, che ha spiegato come i casi citati dal sindaco si riferissero al “portavoce dell’ambasciata degli Emirati Arabi in Italia e a una delegazione del ministero del lavoro della Lega Araba, cui la stessa amministrazione pagò un pranzo”. “Si tratta di iniziative finalizzate a creare le condizione per aprire sbocchi di mercato nei Paesi arabi”, ha sottolineato Neri, che ha puntualizzato: “come presidente e legale rappresentante non devo essere autorizzato per costi che hanno riguardato la promozione della cooperativa”. Neri ha richiamato lo statuto e il regolamento interno per definire “grave” il fatto di non aver ricevuto alcuna segnalazione preventiva da parte delle stesse socie sulle questioni riferite al sindaco e ha ricondotto il mancato aumento delle vendite che era stato prospettato all’inizio della sua gestione alla sfavorevole congiuntura economica determinatasi dal 2009 e al fatto che la cooperativa non disponga di una struttura commerciale che permetta di raggiungere risultati migliori. Il problema di liquidità che si ripercuote sulla possibilità di pagare gli stipendi è stato spiegato da Neri con la permanenza di uno scarto eccessivo tra il costo del lavoro di 120 mila euro e le entrate di Tela Umbra per circa 40 mila euro, citando comunque il fatto che la cooperativa sta aspettando un contributo di 8.500 euro dalla Regione. “Il Ministero per lo Sviluppo Economico ci dice che le retribuzione delle socie deve venire principalmente dalla vendita dei prodotti – ha affermato Neri – per cui il tema che pongo è che se non costruiamo una vera azienda, saranno le lavoratrici a pagare le conseguenze”. Ulteriori precisazioni sulla situazione di bilancio di Tela Umbra sono venute dalla dirigente del Servizio Bilancio Entrate Tributi Del Gaia, che ha ribadito come “le valutazioni degli uffici si siano basate esclusivamente sui dati di bilancio, non su informazioni di cui può essere in possesso il presidente, sulle quale eventualmente andrebbe condotta una verifica contabile”. La dirigente ha fatto presente che in base ai dati in possesso, i debiti a fine 2009 fossero pari a 68 mila euro, saliti poi a 94 mila nel 2010, fino ai 75 mila del 2014, sottolineando che altre valutazioni che vengono ricavate non sono tecniche. L’assessore Alcherigi ha fatto presente che il convegno su Tsipras fosse stato organizzato dall’Altrapagina, mentre il vice sindaco Bettarelli e l’assessore Massimo Massetti hanno lamentato il fatto che il presidente Neri non abbia dato risposte alle questioni sollevate, in particolare sugli stipendi. “Restiamo con l’angoscia di chi darò lo stipendio a queste lavoratrici perché non è stata data risposta a questa problematica mai verificatasi, nemmeno quando in passato le lavoratrici erano otto – ha ripreso la parola il sindaco Bacchetta -  è quindi mio dovere fare i passi necessari a verificare come procedere con gli uffici competenti”. Il primo cittadino ha, quindi, ribadito le perplessità di ordine morale sulle spese sostenute con la carta di credito dal presidente, “visto – ha detto - che non risultano ordinativi dagli Emirati Arabi”, e che “resta incomprensibile come Tela Umbra possa pagare per il relatore di un convegno promosso dall’Altrapagina”. 

 


CittądiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Cittą di Castello
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