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Notizie dal Comune

COMMISSIONI IN SEDUTA CONGIUNTA SUI DANNI DELLA FAUNA SELVATICA. CECCHINI: "AL LAVORO SU LEGGE E ATC, PRIORITA' ALLA PREVENZIONE"
CAmpanili
20.02.2016 -

“La Regione si farà carico di adeguare la legge regionale sulla protezione della fauna selvatica e il prelievo venatorio e di riformare gli Ambiti Territoriali di Caccia, cercando di tutelare il mondo agricolo e zootecnico sul contenimento dei danni provocati dalla fauna selvatica soprattutto con la prevenzione, mediante specifiche misure previste dal Piano di Sviluppo Rurale, in un contesto normativo europeo che rende più complessa la possibilità di procedere ai risarcimenti”. E’ quanto ha affermato l’assessore regionale con delega alla Caccia Fernanda Cecchini portando a sintesi il dibattito che si è sviluppato ieri pomeriggio nella seduta congiunta delle commissioni consiliari permanenti “Assetto del Territorio” e “Affari Istituzionali” sulla legge regionale 29 luglio 2009 n.17 riguardante il fondo regionale per la prevenzione e l’indennizzo dei danni arrecati alla produzione agricola dalla fauna selvatica e inselvatichita. Insieme al dirigente del Servizio Foreste Economia e Territorio Montano Umberto Sergiacomi, l’assessore Cecchini ha spiegato che la Regione, dopo il ritorno delle funzioni di gestione della caccia dalle Province, stia dando corpo a tutte le azioni necessarie a organizzare e dare coerenza alla gestione della materia, sottolineando come per la questione dei risarcimenti siano in atto trattative con l’ente provinciale per reperire le somme utili per pagare i danni residui del 2014 e dell’anno scorso. Nel dare conto dell’aumento dei danni derivanti dalla fauna selvatica non cacciabile, Cecchini ha chiarito che la Regione si muoverà in base alle disposizioni del piano nazionale che il governo sta elaborando. “Purtroppo – ha spiegato – ci troviamo a confronto con una nuova normativa europea sui danni causati dalle specie cacciabili che considera l’utilizzo di risorse pubbliche come aiuto di Stato e fissa un regime de minimis pari a 15 mila euro tre anni, irrisorio di fronte alle reali necessità di risarcimento”.

Dibattito. Introdotto dai presidenti delle commissioni Luciano Domenichini e Vincenzo Tofanelli, che hanno ricordato il mandato del consiglio comunale a discutere in commissione l’argomento sollevato dal capogruppo della Lega Nord con una mozione, la riunione è stata aperta dall’assessore Massimo Massetti, che ha sottolineato: “abbiamo 10 mila ettari di demanio pubblico e questo fa comprendere quale incidenza abbia la questione per la nostra comunità”. L’assessore ha, quindi, indicato una possibile soluzione nello sfruttamento di parte di questo patrimonio per creare zone coltivate nelle quali si possano concentrare gli animali, allontanandoli così dalle aziende agricole. “E’ necessario che le risorse a disposizione vengano utilizzate al meglio, ma anche che ci sia rispetto delle regole, nel mondo agricolo, come in quello venatorio”, ha osservato Massetti, che ha giudicato positivamente il ritorno di tutte le competenze alla Regione. Il consigliere Marcello Rigucci (Lega Nord) ha tracciato i contorni di “un fenomeno grave, che sta di compromettendo la sopravvivenza stessa di molte aziende agricole per l’entità dei danni causati da cinghiali, daini e caprioli, ma, in maniera sempre più consistente, anche da lupi”. “C’è bisogno di garantire maggiore tempestività nei risarcimenti, ma anche metodi di valutazione più adeguati ai reali danni riportati dalle aziende”, ha detto Rigucci. Il consigliere del Pd Mauro Severini ha avanzato la possibile soluzione rappresentata dalla dotazione degli agricoltori di gabbie per la cattura degli animali selvatici, e il capogruppo di Fdu Luca Cuccaroni ha chiesto la percorribilità della stipula di una polizza assicurativa da parte della Regione, almeno per i danni causati dai lupi che sono più sporadici e riguardano una specie non cacciabile, e proposto anche l’eventuale introduzione nel territorio di colonie di pastori maremmani. A chiedere come poter contrastare l’azione dei lupi e se sia legittimo per un agricoltore o un allevatore sparare è stato il consigliere del Pd Vittorio Massetti. La voce degli agricoltori è stata portata nel dibattito dal responsabile della Confederazione Italiana Agricoltori di Città di Castello Sauro Rossi, che ha sostenuto “l’esigenza che le istituzioni si pongano l’obiettivo della difesa della permanenza nel territorio degli agricoltori, arginando il prevalere di interessi sportivi o ludici” e ha spiegato come il problema del regime de minimis introdotto dalla normativa europea derivi dal fatto che solo in Italia la fauna selvatica è considerata patrimonio indisponibile dello Stato. “E’ importante l’accentramento delle funzioni nella mani della Regione – ha osservato Rossi – ma sarà anche fondamentale la riforma degli Atc nell’ottica della corretta gestione della fauna selvatica, tenendo insieme le esigenze di agricoltori e cacciatori, ma anche ottimizzando la gestione del demanio pubblico”. In sede di replica, l’assessore Cecchini ha innanzitutto chiarito che “la Regione tutela la legalità”, escludendo qualunque possibilità di abbattimento delle specie non cacciabili da parte degli agricoltori o degli allevatori, e ha evidenziato l’impossibilità sostanziale di percorrere la strada delle polizze assicurative. Il dirigente Sergiacomi ha ribadito come l’abbattimento delle specie cacciabili continui ad essere la strada più efficace, perché le gabbie comportano notevoli difficoltà gestionali. “Il nostro lavoro – ha concluso Cecchini - sarà quello di risolvere le problematiche sui tempi pagamento e di spingere sulla prevenzione, che è unica soluzione anche per risparmiare soldi pubblici e consentire che l’agricoltore possa avere un prodotto da vendere”.  

 


CittądiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Cittą di Castello
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