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Notizie dal Comune

TAVOLO CON PREFETTURA E ONLUS SUI PROFUGHI: CONFRONTO A TUTTO CAMPO IN CONSIGLIO COMUNALE SULL'EMERGENZA IMMIGRAZIONE
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06.09.2016 -

 

“Chiederemo l’insediamento di un tavolo in cui sieda la Prefettura ma soprattutto le associazioni che si occupano dei migranti  per essere preventivamente coinvolti nella gestione degli arrivi; saremmo in contatto costante con i cittadini perché non si ingeneri un clima di timore e diffidenza”: è questa la conclusione del sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta al termine del lungo dibattito che il Consiglio comunale ha dedicato alla questione dei profughi ieri, lunedì 5 settembre, nel giorno in cui gli otto ragazzi sono giunti in via San Florido, nel quartiere Prato. L’annunciato arrivo è stato all’origine nelle ultime settimane di numerose prese di posizione da parte di tutte le forze politiche. Dalle comunicazioni di apertura ai due documenti, presentati da Psi e Tiferno insieme, l’assemblea ha approfondito il tema, “al cuore del quale c’è un elemento” ha detto il sindaco “il rispetto per chi è arrivato qui cercando un mondo che non c’è”. Oggetto del confronto i meccanismi di distribuzione dei migranti sul territorio tifernate ed in particolare lo Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, che fa parte della rete dell’accoglienza nazionale, gestita del ministero dell’Interno, insieme a Centri di accoglienza, centri di identificazione ed espulsione, strutture temporanee. Ponendosi nell’ambito della recente legislazione sull’emergenza umanitaria, il Dlgs 142 del 2015, questo strumento nasce per i migranti a cui è stato riconosciuto lo status anche se, con il persistere degli arrivi, la loro funzione si è estesa anche all’accoglienza immediata. L’Anci ha chiesto una clausola di salvaguardia da altri progetti di accoglienza per i comuni che vi aderiscano. Per il sindaco “in sostanza lo Sprar scavalca i comuni, di cui non è prevista né l’informazione né l’assenso. In Umbria la percentuale di migranti è di 2,5 ogni 1000 ma attualmente sono in 1000 su 20 comuni dei 92. Non c’è una programmazione unitaria: ad esempio un piccolissimo comune ne ospita quasi centro perché un albergatore ha messo a disposizione tutta la sua struttura. Lo Sprat sarebbe efficace se fosse lo strumento esclusivo ma è complementare ad altri. A fronte di 1700 richiedenti asilo Perugia, ad esempio, ne accoglie 57 con lo Sprar e tale circostanza significa che le associazioni possono muoversi in autonomia”. “Presto - ha anticipato - l’assessore ai Servizi sociali Luciana Bassini incontrerà i coinquilini e l’Arci affinché la presenza degli otto giovani sia indolore per tutti” ha detto il sindaco “Il caso del Prato ha suscitato attenzione ma dobbiamo considerare che nel centro storico, vicino a Piazza del Garigliano, ci sono altri dieci migranti, in carico alla Caritas, e non si sono verificate particolari reazioni. Il problema sono i parametri di assegnazione, ora affidati quasi esclusivamente alle disponibilità di appartamenti. Ma in assenza di norme in tal senso, dobbiamo fare uno sforzo per inventare soluzioni adeguate ad una tragedia mondiale, che Città di Castello non può certo arginare”.

Il dibattito. Accorpata l’interrogazione di Luigi Bartolini, consigliere del Psi, e l’interpellanza di Nicola Morini, capogruppo Tiferno Insieme, il punto si è aperto con l’esposizione di Bartolini, che ha chiesto informazioni sugli otto ragazzi alloggiati al rione Prato, “e della possibilità di lavori socialmente utili in cui coinvolgerli senza pesare sulla collettività e offrendo un percorso di formazione lavorativa”. Morini, d’accordo con il sindaco - “L’accoglienza non è facile da gestire” - ha specificato che “l’Amministrazione si è detta favorevole ad un’accoglienza diffusa mentre il Pd ha rilanciato lo Sprar. Il Consiglio deve dare indicazione e la Giunta chiarire le iniziative che vuole adottare; se esiste una mappa degli arrivi, quali le zone adatte e quali le associazioni coinvolte, quali controlli su chi profugo non è, e su come l’Amministrazione esprimerà la sua contrarietà alla linea del governo”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Pd, ha parlato di un fenomeno gigantesco, circa 149mila arrivi nel 2015 di cui 80mila con i requisiti per la protezione internazionale. C’è una emergenza politica ed una umanitaria: il governo deve chiedere più vicinanza alla Ue, ma tale istanza non elude che chi arriva ha bisogno di tutto subito. Lo Sprar serve a determinare parametri di accoglienza e non a spalmare sui comuni disponibili l’emergenza. Tutti i territorio dovrebbero partecipare e definire il proprio equilibrio esterno”. “I rifugiati per i nostri dati sono solo il 6 per cento degli arrivi, il restante è formato da clandestini che manteniamo per un anno e non per un mese come gli altri paesi” ha detto Riccardo Augusto Marchetti, capogruppo della Lega Nord, “far lavorare gratis i migranti come vorrebbe Bartolini è schiavismo: i contributi per le loro retribuzioni vanno alle associazioni. Se qualcosa è stanziato, deve andare ai cittadini italiani”. “La legge nazionale è sbagliata” ha esordito Andrea Lignani Marchesani, capogruppo i Fratelli d’Italia “la proposta di Bartolini è teoricamente giusta ma pone problemi di realizzazione; a Sansepolcro sono stati impiegati e hanno retribuito le cooperative, trasformando l’accoglienza in un business; la soluzione è abbattere il governo nazionale e cambiare le regole con una nuova legge. Non possiamo fare del centro storico un quartiere dormitorio e poi parlare del suo rilancio”. Per il capogruppo del Psi Vittorio Morani “Le emigrazioni sono il problema del futuro. Città di Castello non può risolvere il problema. Dobbiamo modificare i criteri di assegnazioni: non può bastare la disponibilità degli affitti. Inoltre i migranti devono conoscere il nostro stile di vita e rispettarlo”. “Mai come questa volta la maggioranza sta attenta alle posizioni dell’opposizione” secondo il capogruppo di Forza Italia Cesare Sassolini “dobbiamo evitare che l’essere umano venga mercificato, trovando disposizioni legislative che lo evitino, che distinguano chi è un rifugiato e chi noi; il canale di dialogo con l’associazione coinvolta è positivo ma nessuno deve approfittare di un dramma mondiale per lucrare. E’ necessaria una mappa delle zone adatte”. Per Mirko Pescari, consigliere Pd, “Non ci si può nascondere dietro il business. Il documento del Pd non ha una proposta blindata ma una consapevolezza certa: le migrazioni sono reali e bisogna gestirle. Lo Sprat è lo strumento ordinario che lo Stato si è dato: ma se aderisce una minoranza tale strumento diventa inutile. Attraverso il regolamento edilizio potremmo individuare aree in grado di non alterare gli equilibri sociali dei nostri quartieri”. Secondo Luciano Tavernelli, consigliere del Pd, “L’accoglienza per il Pd è nella legalità e proporzionata alla comunità. Io oggi avrei portato gli otto migranti in consiglio comunale. Sono i figli del nostro mondo. Se deve esserci una ritorsione non può essere contro il privato, autorizzato dalla legge. Lo Sprat è lo strumento”. Ursula Masciarri, consigliere del Psi ha sottolineato che “La prospettiva è nazionale; il comune ha competenze residuali ma di persuasione morale. Se tanti comuni hanno detto no allo Sprar è per una ragione tecnica: non c’è negli atti riferimento alla clausola di salvaguardia. In realtà l’adesione potrebbe ritorcersi contro”. Dobbiamo darci dei punti fermi e conoscere a fondo la questione” ha detto Marco Gasperi, capogruppo del Movimento Cinque Stelle, “inserire persone diverse per lingua, cultura, condizioni generali non può non cambiare l’equilibrio sociale”.  “In primo luogo è necessario un controllo serrato su chi ha diritto e chi no. Le risorse devono essere canalizzate per gli umbri, che anche in tempi recenti hanno perso 10mila giovani in cerca di lavoro altrove” ha sottolineato Valerio Mancini, consigliere della Lega Nord. “L’assenza di donne negli arrivi è poi sospetta e alimenta forme di sfruttamento e di criminalità. Siamo d’accordo che i flussi siano insostenibili ma poi andiamo a prenderli a pochi chilometri delle coste delle Libia. Dobbiamo dire sì solo a chi sfugge dalla guerra e dalla persecuzione politica”. Per Vincenzo Bucci “Il problema è sociale, culturale, della città. Anche gli italiani hanno lasciato il loro paese e sono stati fortunati perché, anche se spesso in condizioni disumane, il lavoro nel mondo per loro c’era. La strada è quella della convivenza”.  L’assessore ai Servizi sociali Luciana Bassini ha annunciato “la costituzione di un tavolo di lavoro con le associazioni affidatarie per definire percorsi di integrazione anche sulla base di altre esperienze, annuncio di cui Bartolini si è detto molto soddisfatto. “Non ci sono ricette ma dobbiamo andatre oltre a quello che esiste e aprire un tavolo di confronto avendo un rapporto chiaro con le onlus perché ogni richiedente asilo riceve due o tre euro dei 35 giornalieri che percepisce l’associazione. Su molte questioni la competenza è delle forze dell’ordine, che la medesima legge lascia ai margini. La mappatura c’è ma è parziale, in evoluzione a causa del ricambio permanente”. ha concluso il sindaco. Nella replica, Morini ha detto che Pd e Psi parlano in consiglio lingue diverse, a partire dal giudizio sul governo nazionale. Questa divergenza non mi rassicura e può incidere sulla vita quotidiana di ognuno. Chiedo nelle linee programmatiche di prospettare una gestione univoca su questo fenomeno”. “Non c’è divisione dentro la maggioranza” ha ribattuto il sindaco “Politicamente, il mio problema è rispettare queste persone”.  

 


CittądiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Cittą di Castello
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