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Notizie dal Comune

RESOCONTO CONSIGLIO COMUNALE DI MERCOLEDI' 17 DICEMBRE 2014
Comune Palazzo
19.12.2014 -

INCONTRO CON L’ASSESSORE PAPARELLI SULL’EX OSPEDALE

In apertura dei lavori il sindaco Luciano Bacchetta ha informato il consiglio comunale di aver avuto un colloquio telefonico con l’assessore regionale Fabio Paparelli, “il quale - ha detto il primo cittadino - ha totalmente smentito l’ipotesi di una concessione gratuita da parte della Regione dell’Umbria dell’ex ospedale qualora il Comune avesse presentato un progetto di riqualificazione”. Il sindaco ha riferito che lo stesso Paparelli non abbia gradito di essere stato tirato in ballo recentemente sulla questione e ha giudicato imbarazzante il dibattito alimentato dallo scambio di opinioni tra lo stesso assessore e un consigliere regionale di maggioranza che è stato riportato in consiglio comunale. “Sono piuttosto irritato dalla vicenda”, ha dichiarato Bacchetta, che ha chiarito: “siamo alle soglie della campagna elettorale per il rinnovo della rappresentanza regionale ed è chiaro che ci si voglia posizionare, ma non consentiremo a nessuno che questo avvenga a scapito nostro”. Il sindaco ha preannunciato che presto l’assessore Paparelli sarà a Città di Castello per un incontro che permetta di parlare in maniera concreta del futuro del vecchio ospedale e in merito alle prospettive dell’immobile ha confidato di aver ricevuto “alcuni timidi segnali di interessamento all’acquisto da parte di soggetti privati, che se si dovessero concretizzare saranno oggetto di confronto in piena trasparenza con il consiglio comunale”. “Resto comunque dell’idea - ha spiegato Bacchetta - che l’ipotesi migliore sia un intervento misto pubblico privato, che consenta di portare servizi nell’area”. Il capogruppo dell’Idv Roberto Colombo  ha confermato che l’assessore Paparelli abbia dato la disponibilità a concedere l’immobile anche in una intervista e ha affermato: “l’unica notizia è un assessore che smentisce se stesso, la colpa del consigliere regionale con cui ha parlato è semmai solo di aver fatto una domanda”. Il capogruppo della Lega Nord Valerio Mancini ha ricordato le responsabilità delle amministrazioni comunali che si sono succedute e soprattutto della Regione per la situazione dell’ex ospedale, lamentando il fatto che “ci sono fondi europei che con la buona volontà potevano essere investiti”. “Da cittadino - ha detto Mancini - i 15 anni trascorsi ritengo siano una vergogna”.


RIQUALIFICAZIONE DI PALAZZO DEL PODESTA’

Il sindaco Luciano Bacchetta ha comunicato che l’amministrazione sta procedendo alla ridefinizione delle funzioni di Palazzo del Podestà, preannunciando l’intenzione di trasferire l’ufficio del giudice di pace e inserire altre funzioni comunali.


PROGETTO EX FAT

“La vicenda della ex Fat per quanto ci riguarda è chiusa, abbiamo fatto di tutto sul piano dialettico nel confronto con la proprietà, agendo in maniera libera e trasparente per ridurre la cubatura a un quinto di quella iniziale, ma, al rifiuto da parte della stessa proprietà di valutare una ulteriore perequazione, dobbiamo prendere atto che non c’è più motivo di discutere di fronte a un progetto che è di un privato, e non del Comune, e ha ricevuto tutte le autorizzazioni da parte degli organi competenti”. E’ quanto ha affermato il sindaco Luciano Bacchetta nel dibattito aperto in sede di comunicazioni dall’intervento del capogruppo dell’Idv Roberto Colombo, il quale ha ricordato la trasmissione di Radio Radicale che ha trattato la questione del progetto della ex Fat e l’intervista al sindaco, rimarcando il giudizio fortemente negativo dato dai conduttori sul progetto e chiedendo conto al primo cittadino dell’intenzione di dare seguito alla proposta degli stessi conduttori, rilanciata dal comitato Prato-Mattonata,  di sottoporre il progetto ai migliori architetti d’Italia per riceverne un giudizio. “La proprietà mi ha comunicato che si rifiuta di sottoporre il suo progetto a questo tipo di giudizio considerando che non c’è, né un diritto, né un potere di valutare il piano di intervento”, ha puntualizzato il sindaco Bacchetta, che ha invitato a “non agitare tribunali del popolo” e ha ripetuto: “il fatto vero e semplice è che la storia è finita, perché c’è il progetto di un privato che è stato approvato da tutte le istituzioni deputate”. “E’ un buon progetto – ha ribadito Bacchetta - saranno gli elettori a giudicare, perché ho chiesto alla proprietà di concludere i lavori prima delle elezioni, così i cittadini vedranno e potranno fare le proprie valutazioni”. Nel sottolineare di non attribuire importanza alla trasmissione, “basata su un progetto non attuale e ispirata evidentemente da interlocutori interessati”, il sindaco ha ricordato che la proprietà ha speso un milione e mezzo di euro per demolire i vecchi capannoni e ha il legittimo diritto di procedere su un proprio bene, invitando a considerare le conseguenze di uno stop imposto dal Comune, che comporterebbe una inevitabile richiesta di risarcimento a danno delle tasche dei cittadini. Dalla generalità dei consiglieri comunali che sono intervenuti nel dibattito è stata espressa solidarietà al sindaco per le modalità di svolgimento del confronto e i toni sopportati nel corso dell’intervista. Il capogruppo di Fdu Luca Cuccaroni ha detto di essersi sentito offeso dai giudizi espressi su un progetto che ha ricevuto l’approvazione del consiglio comunale. “Come si fa a dare certi giudizi senza conoscere di cosa si sta parlando?”, si è chiesto l’esponente della minoranza, che ha proposto di invitare i conduttori della trasmissione in città a vedere come sia la situazione. Cuccaroni tuttavia ha invitato a valutare l’opportunità di costituire un gruppo di lavoro formato da esperti che possano dare la propria idea sul progetto e sulla riqualificazione complessiva del centro storico, “fermo restando – ha puntualizzato - che il progetto della ex Fat deve andare avanti”. Il sindaco Bacchetta è intervenuto allora per chiarire che i conduttori sono già stati invitati a visitare l’area. “E’ chiaro che certe affermazioni fatte per motivi di ascolto radiofonico non si commentano, ma una riflessione deve essere fatta, bisogna cercare di vedere le cose in una prospettiva diversa”, ha sostenuto il capogruppo di Fratelli d’Italia Sandro Busatti. “La situazione che si è creata  è figlia di una storia decennale, nella quale la colpa grave è stata la mancanza di capacità di decidere dell’amministrazione di questa città”, ha aggiunto l’esponente del Centrodestra, che ha comunque sostenuto: “ora la decisione è presa, non si può tornare indietro, basta con le polemiche”. Il capogruppo de La Sinistra per Castello Alessandro Alunno ha deprecato toni e contenuti delle affermazioni fatte dai conduttori della trasmissione, “che – ha detto - hanno peraltro attribuito al sindaco e all’amministrazione poteri che non possono esercitare e competenze che non hanno”.  “Si è preso in esame un rendering non attuale del progetto, non il vero progetto”, ha affermato Alunno nel precisare che l’elaborazione definitiva è in corso di completamento solo in questi giorni. “Nella trasmissione non sono stati chiesti i corretti elementi di valutazione in possesso dell’amministrazione e non si è certo reso un servizio ai cittadini”, ha concluso Alunno. Il capogruppo del Polo Tifernate Cesare Sassolini ha giudicato “inutile parlare di un dibattito radiofonico fatto da persone che non conoscono Città di Castello, ma seguono spinte della politica della peggior Sinistra, che mal digerisce un’amministrazione comunale che è arrivata dopo anni a un progetto definitivo con la partecipazione anche del Centrodestra”. “Anche la Tour Eiffel quando fu costruita creò un pandemonio, ma oggi sappiamo tutti cosa rappresenta”, ha concluso. Il capogruppo del Psi Marco Mearelli ha sostenuto: “non capisco perché, di fronte ai pareri positivi dati sul progetto da tutti gli enti preposti, dovremmo cercare quelli di soggetti che non conoscono la vicenda e la città”. “E’ impossibile giudicare un progetto senza averlo visto”, ha affermato Mearelli, che ha richiamato l’attenzione sul fatto che “c’è gente che ha investito soldi, di cui dobbiamo avere rispetto”. Il capogruppo del Pd Gaetano Zucchini è intervenuto per sottolineare: “non vorrei che cadessimo in una sorta di provocazione, perché, quando gli argomenti cominciano ad essere farraginosi e troppo ripetuti, si perde il senso dell’impegno che ci è sempre appartenuto”. L’esponente della maggioranza ha rimarcato la disponibilità al confronto da parte della giunta e del consiglio, “che hanno portato avanti un percorso sereno e molto responsabile, incontrando ripetutamente i cittadini”. “Continueremo a fare una politica responsabile, attenta e scrupolosa, senza rispondere a chi usa argomentazioni che non ci appartengono”, ha concluso Zucchini.


CONFRONTO SULLE INFRASTRUTTURE STRADALI

Il capogruppo della Lega Nord Valerio Mancini è tornato a sollecitare il confronto in seno al consiglio comunale sulla E78, alla luce dell’incontro pubblico che si tenuto recentemente a Urbania, ricordando le firme consegnate al vice ministro Riccardo Nencini che invitavano a decidere sulla realizzazione dell’opera, la mozione approvata dall’assemblea nei mesi scorsi per l’utilizzo della galleria della Guinza e l’impegno, finora senza seguito, del presidente della commissione Programmazione a effettuare un sopralluogo proprio nel tunnel attualmente chiuso. “La popolazione locale non ha di fatto notizie, se non annunci che non trovano riscontro”, ha detto Mancini. L’esponente della minoranza ha anche richiamato l’attenzione sulle indagini giudiziarie avviate sui lavori effettuati lungo la E45 a seguito di denunce della Lega Nord ed è tornato a chiedere la convocazione del tavolo tecnico per la strada statale 221, così come da mozione approvata nei mesi scorsi, “anche perché – ha sottolineato – nonostante alcuni interventi, ci sono ancora pericoli”.


PAGAMENTO DELLA TASI DA PARTE DEGLI INQUILINI ATER

“Abbiamo scritto all’Ater di pagare interamente la Tasi per la quota occupanti che deve al Comune e di non rivalersi sugli inquilini, che, come ha chiarito il Ministero, non sono tenuti al pagamento dell’imposta, provvedendo, contestualmente, a informare i patronati per evitare che i cittadini versino somme non dovute, le quali saranno comunque rimborsate da questo Comune”. L’assessore al Bilancio Mauro Alcherigi ha spiegato in questi termini la situazione creatasi con l’Ater sul pagamento della Tasi, a seguito della comunicazione dello  stesso ente che non avrebbe pagato direttamente il saldo della Tasi, ma che questo costo sarebbe stato sostenuto dagli inquilini. A sollecitare l’intervento della giunta era stato il capogruppo della Lega Nord Valerio Mancini, il quale aveva lamentato il fatto che alcuni cittadini avessero già pagato somme non dovute. L’assessore Alcherigi ha spiegato che la comunicazione dell’Ater sia pervenuta lo scorso 10 dicembre e che la risposta del Comune sia arrivata cinque giorni dopo, osservando che una siffatta tempistica, non dipesa dalla volontà dell’amministrazione, potrebbe non aver impedito l’erroneo pagamento da parte di alcuni cittadini.


RICORSO AL TAR PER L’APPLICAZIONE DELL’IMU AI TERRENI AGRICOLI

L’assessore al Bilancio Mauro Alcherigi ha confermato che il Comune ha fatto ricorso al Tar del Lazio insieme ad altre amministrazioni umbre e all’Anci contro il decreto del Governo che prevede il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli. A manifestare compiacimento per l’iniziativa del Comune era stato il capogruppo della Lega Nord Valerio Mancini.


GESTIONE DEL VERDE CITTADINO

“La gestione dei giardini del Cassero, di viale Vittorio Veneto e di piazza Raffaello Sanzio verrà affidata tramite una gara che prevede l’affidamento del servizio per tre anni, dietro la presentazione di progetti di riqualificazione per queste aree da parte dei concorrenti, mentre per quanto riguarda il parco di Palazzo Vitelli a Sant’Egidio l’intenzione è di procedere alla sua riapertura già a partire dalla primavera, prediligendo un utilizzo responsabile e non eccessivo”. E’ in sintesi quanto hanno affermato il sindaco Luciano Bacchetta e l’assessore alle aree verdi Enrico Carloni rispondendo all’interpellanza dei consiglieri Cristian Braganti (Patto Civico per Città di Castello), Roberto Colombo (Idv) e Valerio Mancini (Lega Nord) sulla manutenzione e la pulizia dei giardini del Cassero, del parco di palazzo Vitelli a Sant’Egidio e del Loggiato Gildoni, poi stralciato dalla discussione in quanto già oggetto di dibattito nella scorsa seduta. Nell’illustrare il documento, il capogruppo del Patto Civico per Città di Castello Cristian Braganti aveva evidenziato “lo stato di abbandono dei giardini del Cassero, dove non c’è più sorveglianza e i fruitori spesso utilizzano in malo modo gli spazi”, sottolineando l’esigenza di garantire decoro a uno degli accessi principali al centro storico. L’esponente della minoranza aveva evidenziato anche la necessità di comprendere quale sia la funzione effettiva del parco di Palazzo Vitelli e in quale periodo dell’anno sarà riaperto. “Andiamo verso il centenario della nascita di Burri, che speriamo possa attirare turisti nella nostra città – aveva osservato Braganti – serve per questo che gli spazi pubblici siano dignitosi, manutenuti a dovere e custoditi”. “C’è la necessità oggettiva che i giardini del Cassero vengano risistemati, magari anche con una modalità di fruizione diversa”, era intervenuto il capogruppo di Fratelli d’Italia Sandro Busatti, che aveva però richiamato l’attenzione soprattutto sul parco di Palazzo Vitelli, “la cui importanza – aveva detto -  richiede di essere riportato a ciò che era nel ‘500, quando ospitava un bellissimo giardino all’italiana, che deve essere ricostruito secondo gli stessi canoni”. In questo contesto, l’esponente della minoranza ha ricordato che all’atto dell’acquisto, la Cassa di Risparmio di Città di Castello aveva in progetto di ricostituire il giardino come era in origine. “Creiamo uno spazio qualificato con un giardino ben fatto, che potrebbe essere un meraviglioso luogo per la famiglia e per passeggiare, anziché destinarlo a manifestazioni inadatte”, aveva suggerito Busatti.  “A volte basterebbe copiare quello che c’era prima e avremmo dei bellissimi risultati, riproducendo magari anche metodologie che garantivano esiti ottimali, anziché deludenti come ora che si muovono forse troppe carte, senza arrivare alle stesse conclusioni”, aveva osservato il capogruppo della Lega Nord Valerio Mancini nell’auspicare “maggiore sorveglianza su come vengono realizzate le opere e investite le risorse nel nostro comune”. Quanto all’utilizzo del parco di Palazzo Vitelli, il consigliere aveva chiesto se fosse da ritenere idonea la presenza di automobili al suo interno. Sull’importanza di salvaguardare la testimonianza storica rappresentata dal parco di Palazzo Vitelli, evitando di adibirlo ad eventi inadeguati, era stato anche il consigliere del Polo Tifernate Manuel Maraghelli, che ha precisato come il precedente accordo con gli affittuari per riservare posti auto all’interno del complesso sia venuto meno e siano stati concessi posti auto all’esterno. “La problematica del controllo degli spazi pubblici, piuttosto, è decisamente rilevante – aveva puntualizzato il rappresentante del Centrodestra - tante volte ho visto bambini giocare a calcio al Cassero sotto lo sguardo dei genitori e bisognerebbe far capire che non è luogo idoneo”. “L’amministrazione semmai dovrebbe garantire parchi adatti per certi usi”, aveva aggiunto Maraghelli. L’assessore Carloni ha ricordato come sia scaduto e non sia stato prorogato il rapporto con la Cooperativa “I fili d’erba” per la pulizia e la gestione dei giardini del Cassero, che ora sono affidate a Sogepu nell’ambito della convenzione in essere sull’igiene urbana cittadina. “I giardini del Cassero si caratterizzano, sia come spazio di rappresentanza, che come spazio per i giochi, due utilizzi che evidentemente richiedono di trovare un equilibrio nella fruizione molto assidua da parte della cittadinanza”, ha spiegato Carloni, che ha riconosciuto, comunque, l’esistenza di un utilizzo non sempre appropriato del luogo. “Ci vorrà necessariamente più attenzione da parte dell’amministrazione, del futuro gestore, ma anche dei fruitori”, ha concluso l’assessore. Sul parco di Palazzo Vitelli Carloni ha chiarito che la struttura è di proprietà privata e che è stato affidato in gestione al Comune per la sua riapertura pubblica fino al 22 settembre, dopo di che è tornato nella disponibilità della Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello”. Il sindaco Bacchetta ha preso la parola per ricordare la straordinaria importanza di aver restituito alla città Palazzo Vitelli a Sant’Egidio con il suo parco, ma ha ribadito che la proprietà è della Fondazione Cassa di Risparmio di Città di Castello, assieme alla quale è stata costituita l’Associazione Palazzo Vitelli a Sant’Egidio per la gestione dell’intero complesso. “Per questo l’utilizzo del parco è stato e dovrà essere oggetto di confronto con la proprietà – ha spiegato il primo cittadino – ma l’intenzione del Comune è di farne un uso responsabile e non eccessivo”. Bacchetta ha anticipato l’intenzione dell’amministrazione di verificare la possibilità di aprire già da primavera il parco, evidenziando comunque che la sua gestione comporti un costo, e ha condiviso l’esigenza di valorizzare questi spazio anche in concomitanza con il centenario della nascita di Burri. In questo contesto il sindaco ha comunicato che il complesso sarà destinatario di un nuovo cospicuo finanziamento pubblico e che la proprietà stia predisponendo l’illuminazione notturna del parco, che potrebbe così prestarsi anche ad aperture serali. In sede di replica, il consigliere Braganti ha condiviso l’esigenza di trovare l’equilibro di cui parlava l’assessore Carloni per i giardini del Cassero, ribadendo l’indispensabilità della sorveglianza, ma anche la necessità di sensibilizzare i cittadini sul rispetto dei luoghi pubblici, auspicando una fruizione di parco Vitelli  rispondente alle aspettative della comunità. All’inizio del dibattito, il capogruppo di Fratelli d’Italia Sandro Busatti aveva  chiesto la verifica del numero legale ravvisando la mancanza della necessaria attenzione da parte dei consiglieri. Con l’uscita dall’emiciclo dei gruppi consiliari Fratelli d’Italia, Lega Nord, Polo Tifernate, Idv e Patto Civico per Città di Castello, l’appello dei presenti effettuato dal segretario generale Bruno Decenti ha registrato la mancanza del numero legale e la seduta è stata sospesa per trenta minuti come da regolamento. Il nuovo appello ha registrato la presenza di 20 consiglieri e la seduta è ricominciata regolarmente.


AUDITORIUM S.ANTONIO: OK ALL’ATTO DI INDIRIZZO PER LA GESTIONE

Con i 17 voti favorevoli della maggioranza di Centrosinistra (Pd, Psi La Sinistra per Castello), del Polo Tifernate, di Idv, Fdu, Patto Civico per Città di Castello e i due voti contrari di Lega Nord e Fratelli d’Italia, il consiglio comunale ha approvato l’atto di indirizzo per la nuova gestione e la nuova destinazione d’uso dell’Auditorium di Sant’Antonio. Con la stessa espressione di voto è stato approvato anche l’emendamento necessario in base a quanto concordato in sede di commissione Servizi a proposito della previsione di un contributo per il gestore di 8 mila euro annui, “da utilizzare ai fini della valutazione economica in sede di gara”. Dispositivo. Con la deliberazione il consiglio comunale stabilisce di “individuare una nuova forma di gestione dell’Auditorium di Sant’Antonio con una concessione di servizio a un soggetto scelto mediante una procedura di selezione fondata su un idoneo progetto gestionale”; detta “i criteri di massima per la predisposizione degli atti di selezione e affidamento del servizio, che in ordine di priorità sono: assicurare in aggiunta alle tradizionali attività culturali lo svolgimento di proiezioni cinematografiche; assicurare il servizio di logistica per eventi promossi o patrocinati dal Comune, anche in collaborazione con altri soggetti istituzionali e non istituzionali e la relativa assistenza; assicurare il servizio di logistica ad iniziative aggiuntive compatibili e consentite all’interno dell’Auditorium e la relativa assistenza”. Nell’ambito delle attività previste, “che devono intendersi non tassative, ma il minimo a cui provvedere, sono da comprendere quelle per le quali l’uso dell’edificio è riservato al Comune per un numero annuo di giornate non inferiore a 30”. Il consiglio comunale ha altresì stabilito che “il criterio di affidamento dovrà prevedere il possesso da parte degli operatori economici di adeguate capacità tecnico-professionali, nonché di capacità economiche e organizzative atte a svolgere i compiti richiesti”. Dibattito. Il sindaco Luciano Bacchetta ha illustrato l’atto di indirizzo sottolineando l’importanza di garantire ai cittadini una soluzione che dia l’opportunità di usufruire di una offerta cinematografica di qualità, in considerazione delle difficoltà operative dell’unica attività presente in città. “Come comune abbiamo messo in contatto con la proprietà del cinema cittadino alcuni operatori privati di rilievo, ma purtroppo le trattative non sono giunte a compimento – ha spiegato Bacchetta – ecco perché abbiamo ritenuto giusto e doveroso che fosse l’ente pubblico a farsi carico di una esigenza della collettività, mettendo a disposizione l’Auditorium di Sant’Antonio”. Il sindaco ha sottolineato come la concessione di servizio avrà l’obiettivo di assicurare anche un maggiore utilizzo dell’immobile, offrendo nuove opportunità culturali alla cittadinanza, ma comporterà anche un alleggerimento del costo annuo che ricade sulle casse comunali (24 mila euro annui più gli eventuali costi orari per l’utilizzo dell’immobile per iniziative alle quali il Comune conceda il patrocinio), pur non essendo questo il motivo principale della scelta. “Crediamo che questo atto offra una importante opportunità di sviluppo dell’offerta culturale della città e di valorizzazione del centro storico”, ha puntualizzato Bacchetta, che ha ricordato come l’ipotesi della multisala sia ancora praticabile, ma necessariamente meno immediata anche per le difficoltà economiche del momento. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Sandro Busatti ha chiesto all’amministrazione di chiarire se l’apertura della nuova sala di proiezione avverrà prima o dopo la chiusura del cinema Eden, “perché – ha puntualizzato – potrebbe crearsi una condizione particolare che vedrebbe il Comune determinare la cessazione di una storica attività, avviando un’iniziativa in diretta concorrenza”. L’esponente della minoranza ha anche chiesto che il Comune salvaguardi i posti di lavoro dei dipendenti del cinema Eden, ritenendolo “un obbligo morale per chi amministra la città”. “Se tutto ciò non venisse gestito in modo adeguato, di fatto il Comune diventerebbe complice della chiusura del cinema Eden e del licenziamento dei suoi dipendenti”, ha sostenuto Busatti, che ha preannunciato un voto favorevole solo in presenza di  rassicurazioni in merito. Il capogruppo di Fdu Luca Cuccaroni ha parlato di “un’interessante iniziativa del Comune, nel momento in cui l’attività cinematografica cittadina è ferma e costringe chi vuol vedere film a raggiungere i due cinema di Sansepolcro oppure ad andare a Perugia o Arezzo”. Il rappresentante della minoranza ha invitato a considerare che il Comune “con questa operazione non spende più i 24 mila euro annui necessari per l’immobile, si riserva 30 giornate per usi istituzionali e offre la possibilità ai cittadini di avere un cinema che funziona”. “E’ ovvio che si tratta di tamponare la situazione – ha concluso Cuccaroni - per cui mi aspetto dal sindaco un intervento più importante, dando seguito alla prospettiva della multisala approvata dal consiglio comunale”. Dal consigliere del Pd Luciano Tavernelli è arrivato l’invito a sfruttare la situazione che si è determinata come opportunità di riflessione sull’utilizzo dei contenitori cittadini, a cominciare dal teatro comunale. “E’ un peccato mortale che non ci sia più un cinema nella nostra città”, ha detto l’esponente della maggioranza apprezzando la soluzione individuata, ma sollecitando anche “la redazione di un regolamento per la gestione che consenta di governare tutte le possibilità con la necessaria trasparenza verso tutti”. “E’ importante – ha puntualizzato Tavernelli – che ci sia il coinvolgimento di chi rappresenta la cultura cittadina, perché vengano date reali opportunità a tutte le associazioni e i soggetti in campo”. Il capogruppo del Polo Tifernate Cesare Sassolini ha preannunciato il proprio voto favorevole, “perché – ha detto – l’assenza di una programmazione cinematografica dignitosa ha creato una emergenza culturale e di servizio che non può esistere in una città come la nostra”. Il rappresentante del Centrodestra ha sottolineato come un cinema funzionante nel centro storico “possa favorire una riappropriazione di questi luoghi da parte dei cittadini”. “Le 180 persone che possono arrivare ad ogni proiezione costituiscono un flusso importante per il commercio cittadino”, ha rilevato Sassolini, che ha espresso l’auspicio che i risparmi che saranno conseguiti dal Comune possano servire per abbattere costi e tasse. Il consigliere ha dato atto al vice segretario generale Giuseppe Rossi di “aver lavorato in maniera eccellente, al punto che ci sono già soggetti pronti a partecipare”. Il capogruppo del Patto Civico per Città di Castello Cristian Braganti ha sostenuto che “Città di Castello ha bisogno di questa soluzione, che è una grande opportunità di riportare gente nel centro storico, in ragione di una collocazione decisamente favorevole dell’Auditorium di Sant’Antonio”. “Si pensi, però – ha aggiunto Braganti - anche ad agevolazioni per le famiglie”. Il sindaco Bacchetta ha preso ancora la parola per chiarire che il Cinema Eden per molti motivi sta facendo una programmazione minore negli ultimi mesi e che Città di Castello ha bisogno di un cinema di qualità. “Purtroppo le trattative avviate non hanno avuto l’esito sperato e quella che facciamo è una grande operazione, perché ridiamo il cinema ai tifernati nel giro di pochi mesi, per di più all’interno del centro storico”, ha ribadito Bacchetta, che ha giudicato “ingiusta” la responsabilità che si vorrebbe attribuire al Comune per la chiusura del cinema Eden e ha sottolineato: “magari ci fossero due cinema in città, visto che in passato ce ne sono stati anche quattro”. Quanto al personale, il sindaco ha spiegato che gli addetti sono stati licenziati mesi fa e che l’amministrazione non può intervenire nelle scelte di chi gestirà l’Auditorium, “assumendosi – ha detto - spese ingenti e un rischio di impresa considerevole”. Il sindaco ha confermato che l’amministrazione si sta impegnando per portare avanti il progetto della multisala, stimolando i potenziali investitori, ma che il contesto economico condiziona tutto l’iter. Il capogruppo della Lega Nord Valerio Mancini ha auspicato che l’iniziativa abbia successo, pur non nascondendo dubbi legati alla carenza di servizi specifici a supporto dell’attività del cinema, come i parcheggi. “Tempo fa si pensava di fare un cinema vicino a un mangimificio, ora si punta a riportarlo dentro la città – ha osservato Mancini - mi sembra una strategia estemporanea, tentativi che non partono da una visione strategica”. “Quado si parla di soldi pubblici, bisogna avere obiettivi ben chiari, non fare tentativi”, ha concluso, preannunciando il proprio voto contrario. Il consigliere Busatti in sede di dichiarazioni di voto ha ribadito di essere favorevole all’iniziativa, ma che in mancanza di certezze sulla data di chiusura del cinema Eden potrebbe essere questa scelta a determinarne la scomparsa. “Come Comune prendiamo parte a una gara commerciale che vede un sicuro sconfitto e un sicuro vincitore, per cui non sono favorevole, tanto più che se non reimpieghiamo i dipendenti creiamo anche nuova disoccupazione”, ha concluso Busatti.


CONFRONTO SULLA VIABILITA’ DELLA ZONA INDUSTRIALE NORD

“Il Comune si fatto promotore di un prossimo incontro con i proprietari che insistono sull’area più critica del traffico nella zona industriale nord, dopo esserci confrontati con i tecnici dell’Urbanistica, dei Lavori Pubblici e i responsabili della Polizia Municipale per capire come dare soluzione imminente e anche di prospettiva alla viabilità, per cui nella prossima seduta avremo maggiori elementi di confronto”. E’ la motivazione con cui l’assessore ai Lavori Pubblici Massimo Massetti ha proposto di aggiornare la discussione dell’interpellanza proposta dai consiglieri Busatti (Fratelli d’Italia) e Maraghelli (Polo Tifernate) avente ad oggetto la viabilità della zona industriale nord di Città di Castello.


RESPINTA MOZIONE SUL SERVIZIO MALATTIE INFETTIVE ALL’OSPEDALE

Con i 14 voti contrari della maggioranza di Centrosinistra (Pd, Psi, La Sinistra per Castello), i due voti favorevoli di Lega Nord e Fratelli d’Italia e le astensioni di  Polo Tifernate, Idv, Patto Civico per Città di Castello e Fdu, il consiglio comunale ha respinto la mozione del consigliere Valerio Mancini (Lega Nord) sul servizio di malattie infettive dell’Usl Umbria 1 presso l’ospedale di Città di Castello. Con il documento, il rappresentante del Centrodestra chiedeva di “convocare nel più breve tempo possibile una commissione sul tema, atta a conoscere tutti i protocolli necessari al trattamento di pazienti affetti da malattie infettive, con particolare attenzione alla degenza” e di “attivare ogni sforzo possibile in ambito regionale allo scopo di creare, in maniera permanente e definitiva, un reparto di Servizio Malattie Infettive, valorizzando il grande patrimonio umano che in ani di lavoro è stato consolidato e che in un luogo fisico ben preciso troverebbe un nuovo ulteriore sviluppo”.Dibattito. Il capogruppo della Lega Nord Valerio Mancini è partito con il ricordare che l’approvazione di una mozione un anno fa da parte del consiglio comunale abbia permesso di risolvere i problemi del Centro Infanzia dell’Usl Umbria 1 con l’individuazione di una nuova sede in via del Salaiolo, per certificare l’importanza di intraprendere nella massima assise cittadina azioni che permettano di rendere un servizio ai cittadini. “Recentemente ho avuto modo di verificare che all’interno del reparto di Medicina al quinto piano dell’ospedale tifernate ci sono delle stanze interdette, temporaneamente adibite alla cura di pazienti che abbiano contratto malattie infettive, e, visto che prima del trasferimento dell’ospedale nel 2000  l’Asl aveva un reparto di malattie infettive, mi sono chiesto perché questa organizzazione si sia frantumata e dispesa e non ci sia più un luogo preciso per la sua attività”, ha spiegato Mancini. “Si tratta di una situazione che mi ha sconvolto”, ha ammesso il consigliere, evidenziando le criticità rappresentante dalla mancanza di un isolamento reale dei pazienti e del personale addetto da quelli del reparto di Medicina. “La  mozione ha, quindi, l’obiettivo di capire la questione e garantire l’allestimento di un reparto di malattie infettive”, ha chiarito Mancini, che ha concluso: “dobbiamo avere le prove che nessuno cerchi di smantellare quello che c’era e che, dunque, va ricreato”. Il capogruppo del Pd Gaetano Zucchini ha preso la parola per precisare che “il consigliere Mancini ha toccato alcune argomentazioni nel dispositivo della mozione che non corrispondono a verità”. “Nel 2000 non esisteva alcun reparto di malattie infettive all’ospedale di Città di Castello – ha spiegato l’esponente della maggioranza - esisteva un servizio ambulatoriale con un solo medico e un infermiere, che è stato riproposto nell’ambito organizzativo all’atto del trasferimento della struttura”. “I medici dedicati alla cura ambulatoriale delle malattie infettive ora sono tre a rotazione, con un infermiere di riferimento”, ha sottolineato Zucchini, parlando di una impostazione analoga a quella degli altri centri principali della regione, ad eccezione di Perugia e Terni dove ci sono strutture deputate.  “A Città di Castello i malati affetti da una probabile malattia infettiva vengono alloggiati nelle due camere di degenza riservate, dove vengono seguiti specifici protocolli e linee guida che permettano di trattare i pazienti ed evitare il contagio e dove opera personale dedicato, seppur a rotazione”, ha affermato Zucchini, che ha dato conto anche del fatto che nel 2011 l’Asl 1 abbia approvato, in aggiunta, una procedura aziendale per trattare questi casi. Il capogruppo del Pd ha invitato a non agitare allarmi di possibili contagi, considerando anche che, nel caso di manifestazioni tali da non poter isolare i pazienti nel modo necessario, si dà corso al trasferimento nelle strutture deputate della regione. “Bisogna rendersi conto che il ricovero di pazienti infettivologici all’ospedale di Città di Castello non è abituale, visto che nel 2014 i casi sono stati 36 casi e nel 2013 sono stati 42”, ha puntualizzato Zucchini, che ha per questo sostenuto come il carattere molto occasionale dell’attività ospedaliera legata alle malattie infettive non giustifichi la creazione di un reparto specialistico. “Non ho nulla da dire sull’eventualità di affrontare la questione in una commissione – ha concluso Zucchini – ma andrebbe rimosso dal dispositivo l’impegno a fare uno sforzo per creare un reparto di malattie infettive, perché questo non fa parte nemmeno del Piano sanitario regionale”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Sandro Busatti ha replicato sostenendo che “sicuramente i microbi non vengono fermati da cartelli di divieto di accesso”. “La presenza di stanze riservate all’interno di un reparto di Medicina, dove ci sono persone con patologie diverse ma sono in condizione di essere deboli e attaccabili, espone certamente a un rischio di contagio”, ha sottolineato il rappresentante della minoranza, che ha invitato a “fare un ragionamento coerente e serio, specie in presenza di una recrudescenza di Tubercolosi, che è provata e oggettivamente preoccupa medici e cittadini”. “Se è vero che non c’è necessità di un reparto, è altrettanto vero che la cura delle malattie infettive dovrebbe avvenire in un’area isolata con sistemi di filtraggio adeguati, mentre il sistema di areazione dell’ospedale non prevede una separazione per le stanze che ospitano malati infettivi”, ha concluso Busatti, che ha invitato a “lavorare sui margini di miglioramento che ci sono e andrebbero sollecitati”.  Il consigliere Mancini ha preso di nuovo la parola per chiarire che “lo spirito della mozione è di aspirare al meglio, non a quello che ci dice la Regione o qualcun altro”. “Siamo consiglieri di Città di Castello,  rappresentiamo la comunità e dobbiamo pretendere che un territorio fortemente produttivo come il nostro, che paga milioni di tasse, abbia il diritto di avere dai servizi regionali il meglio per i nostri cittadini”. Mancini ha puntualizzato che l’Usl Umbria 1 “ha riconosciuto i meriti del personale medico e infermieristico dell’ambulatorio per le malattie infettive concedendo la somministrazione di farmaci sperimentali”. “Vuol dire che ci sono risorse professionali alle quali vanno date due stanze in modo stabile e personale infermieristico dedicato”, ha aggiunto Mancini, che ha informato il consiglio dell’esistenza di lettere del personale medico e infermieristico che sollecitano la stessa cosa e ha ribadito la necessità di un confronto con i responsabili sanitari sulla questione.  Il sindaco Luciano Bacchetta ha fatto la proposta di “rinviare la mozione in commissione per poi riportarla in consiglio e votarla, visto che lo spirito è apprezzabile, ma è anche vero che rischiamo di votare senza la necessaria consapevolezza”. “Va tenuto conto che il documento contiene alcune affermazioni forti e arriva già ad alcune conclusioni, per cui per me è più ragionevole confrontarci per capire meglio”, ha concluso il sindaco, che ha ottenuto l’appoggio del capogruppo del Pd Zucchini, il quale ha giudicato “corretto che venga approfondita la situazione, in presenza di lacune conoscitive nel documento, in modo da valutare insieme ai responsabili sanitari se esistano possibilità di miglioramento”. A condividere la proposta è stato anche il capogruppo del Partito Socialista Marco Mearelli, il quale ha giudicato “importantissimo un passaggio in commissione, dato che non sappiamo bene cosa andiamo a votare”. “Dopo – ha continuato - potremo riproporre con maggiore cognizione il documento”. “Quello che viene chiesto è condivisibile nella sostanza, ma non nella forma, perché mancano dei presupposti e noto nelle premesse della mozione una volontà di identificazione di chi porta malattie infettive che non condivido”, ha spiegato il capogruppo di Fdu Luca Cuccaroni. Pur condividendo l’esigenza di un passaggio in commissione, il capogruppo del Polo Tifernate Cesare Sassolini ha evidenziato dubbi sulla parte del dispositivo che chiede di creare un reparto. “Per ogni tipologia di malattia infettiva ci dovrebbe essere un reparto, viste le caratteristiche delle patologie e anche dei protocolli, per cui diventa complicato immaginare qualcosa del genere”. Ha rilevato il consigliere, che ha ammesso: “ho un po’ di timore a creare un reparto a Città di Castello,  perché arriverebbero malati da tutta la regione, per cui sarei cauto”. Di una argomentazione troppo importante per non essere approfondita ha parlato il capogruppo de La Sinistra per Castello Alessandro Alunno, che  ha segnalato anche “a presenza nel testo della mozione di affermazioni che non condivido e di altre per le quali non ho competenze”. “Le premesse sono normali, vogliamo la stessa cosa, votiamo la mozione, non la ritiro”, ha replicato il consigliere Mancini.


APPROVATA VARIANTE N.27 AL PRG

Il consiglio comunale ha approvato in via definitiva, con i 19 voti favorevoli della maggioranza di Centrosinistra (Pd, Psi, La Sinistra per Castello), del Patto Civico per Città di Castello, del Polo Tifernate, della Lega Nord, di Fratelli d’Italia e Fdu e l’astensione dell’Idv, la variante n.27 alla parte operativa del Prg vigente tra via Morandi e via Grandi nella zona industriale nord. L’assemblea ha preso atto dell’assenza di osservazioni, come ha riferito il vice sindaco e assessore all’Urbanistica Michele Bettarelli, che ha ricordato come la variante si riferisca al ritorno alla destinazione d’uso originaria dello stabile che avrebbe dovuto ospitare la sede della Polizia Stradale.


TRASPARENZA: APPROVATO REGOLAMENTO PER LE SANZIONI

Con 13 voti favorevoli della maggioranza di Centrosinistra (Pd, Psi, La Sinistra per Castello), i voti contrari di Polo Tifernate e Fratelli d’Italia e le astensioni de La Sinistra per Castello, Idv, Patto Civico per Città di Castello, Fdu, Lega Nord, il consiglio comunale ha approvato il regolamento del procedimento sanzionatorio per la violazione degli obblighi di trasparenza. Il regolamento comporta per i titolari incarichi politici, di carattere elettivo o comunque di esercizio di poteri di indirizzo politico di livello locale, l’obbligo di presentare all’amministrazione comunale dichiarazioni che attestino, oltre alle informazioni di carattere personale, i compensi percepiti per l’assunzione della carica, l’assunzione di altri eventuali incarichi, la condizione economica e i compensi percepiti, il possesso di diritti reali su beni immobili, le azioni e le quote  di  partecipazione  a  società;   l'esercizio  di funzioni  di  amministratore  o   di   sindaco   di   società; l’ultima  dichiarazione  dei redditi propria, del coniuge non separato, dei parenti entro il secondo grado qualora acconsentano; una  dichiarazione  concernente  le  spese  sostenute  e   le obbligazioni   assunte   per   la   propaganda elettorale; un'attestazione concernente le variazioni della situazione  patrimoniale. Il regolamento prescrive anche gli adempimenti per le amministrazioni comunali in materia e riporta le sanzioni amministrative e pecuniarie per i soggetti tenuti a comunicare i dati elencati, che vanno da 500 a 10 mila euro, e per le pubbliche amministrazioni.Dibattito. Dopo l’introduzione del presidente del consiglio Stefano Nardoni, che ha dato conto del chiarimento dei vari aspetti raggiunto nella commissione deputata, ha preso la parola il capogruppo del Polo Tifernate Cesare Sassolini, che ha espresso la propria contrarietà per la disposizione di legge che impone il regolamento, “perché – ha detto – è un’aberrazione della politica, visto che si cercano i colpevoli dove non ci sono”. “Qui ci sono persone oneste alle quali vengono chieste documentazioni che le riguardano e riguardano anche i familiari sotto la minaccia di multe”, ha aggiunto il rappresentante del Centrodestra, che ha chiesto alla maggioranza di “manifestare con il proprio voto, anche con una approvazione risicata, la protesta contro il provvedimento”.  Il consigliere del Pd Luciano Tavernelli ha parlato di un atto di garanzia, che è importantissimo venga attuato con correttezza ed esattezza. “L’unica parte che toglierei è quella relativa alle sanzioni – ha spiegato – perché un amministratore quando sbaglia può anche avere convenienza a pagare 500 euro, per cui sostituirei questa previsione con la decadenza dal mandato”. Tavernelli ha anche chiesto che gli obblighi di trasparenza vengano estesi alla generalità delle persone che esercitano incarichi che abbiano relazione con la pubblica amministrazione. Il capogruppo del Pd Luca Cuccaroni ha osservato che si parla di sanzioni pecuniarie massime per i consiglieri comunali pari a 7 mila euro, superiori a quanto può guadagnare un consigliere comunale in tutta la legislatura. “Si fa di tutta un’erba un fascio – ha concluso  - per cui mi asterrò”. Critico anche il capogruppo della Lega Nord Valerio Mancini, che ha proposto: “Se il metro di misura delle nostre colpe è 7 mila euro, allora il consiglio dovrebbe aumentare il gettone a 25mila euro a seduta, così siamo equiparati a signori di Roma, i quali ci fanno prediche con regolamenti e ci umiliano”. “Sarebbe giusto in realtà che potessimo avere una copertura legale, che sono disposto anche a cofinanziare”, ha osservato Mancini, che ha aggiunto: “ben vanga la trasparenza, a patto però che sia applicata  anche ai cittadini che usufruiscono dei nostri servizi, dei proventi delle tasse, che ricevono contributi e sostegni a vario titolo”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia Sandro Busatti ha dichiarato di aver già provveduto a stipulare una polizza assicurativa per l’esercizio delle sue funzioni. “Mi chiedo – ha continuato - se non potrebbe essere possibile inserire una norma che renda obbligatoria l’assicurazione per consiglieri, aumentando il gettone per pagarla”. “E’ improprio che la nostra attività rischi di pesare sulle nostre famiglie”, ha concluso Busatti chiedendo un parere al segretario generale del Comune Bruno Decenti, che ha subito escluso questa possibilità. “C’è già l’assicurazione del Comune che copre anche i consiglieri nei casi di colpa lieve, ma non è non è utilizzabile per le sanzioni, perché queste non sono assicurabili, altrimenti perderebbero capacità dissuasiva”, ha spiegato Decenti, che ha chiarito come il regolamento preveda una preventiva diffida nell’ipotesi di dimenticanza nelle dichiarazioni e colpisca anche il responsabile della trasparenza. “L’ufficio di segreteria è stato comunque attrezzato per fornire tutto il supporto utile ad adempiere agli obblighi di una normativa alla quale non ci possiamo sottrarre”, ha concluso Decenti. “Sarebbe possibile vincolare i proventi della sanzioni a un capitolo specifico di intervento dell’amministrazione, come ad esempio l’emergenza sfratti?”, ha chiesto il capogruppo dell’Idv Roberto Colombo, portando una proposta del collega Cuccaroni. “Spetta al consiglio comunale decidere”, ha replicato Decenti. Il capogruppo del Pd Gaetano Zucchini ha giudicato giusto pensare a una copertura assicurativa anche per la colpa grave, trovando il sistema per finanziarla, magari attraverso la decurtazione del gettone di presenza. “Credo che legislatore abbia voluto rendere palpabile la trasparenza negli atti politico- amministrativi di chi svolge cariche pubbliche, per questo credo che la legge sia giustificabile”, ha rilevato l’esponente della maggioranza che ha condiviso l’esigenza di “richiedere altrettanta trasparenza a tutti i livelli, come ad esempio nella municipalizzate, che rivestono funzioni collegate all’amministrazione”. A parlare di una sproporzione tra le implicazioni economiche dell’incarico di consigliere comunale e le sanzioni previste è stato anche il capogruppo del Patto Civico per Città di Castello Cristian Braganti, che ha espresso rammarico per il fatto che certi regolamenti partano dal presupposto che ci sia disonestà. “Si va a sanzionare la mancata comunicazione degli atti, che però non vengono controllati e questo è risibile”, ha osservato l’esponente della minoranza, che ha concluso: “è un atto dovuto, ma non porta a quello che la legge vorrebbe, quindi mi asterrò”.


DECLASSIFICAZIONE DI STRADA VICINALE

Con i16 voti favorevoli della maggioranza di Centrosinistra (Pd, Psi, La Sinistra per Castello), del Patto Civico per Città di Castello e di Fdu e l’astensione di Polo Tifernate, Fratelli d’Italia, Lega Nord e Idv, il consiglio comunale ha approvato la declassificazione della strada vicinale Mandarini Col d’Orso, in località San Lorenzo Bibbiana.


APPROVATE VARIANTI AL PRG PER LA FAIST A S.LUCIA

Il consiglio comunale ha approvato in via definitiva, con 15 voti favorevoli della maggioranza di Centrosinistra (Pd, Psi, La Sinistra per Castello) e di Fdu e le astensioni di Polo Tifernate, Lega Nord, Fratelli d’Italia, Idv e Patto Civico per Città di Castello, la variante parziale n.8 alla parte strutturale del Prg vigente in località Santa Lucia, con la presa d’atto del parere vincolante della Provincia relativo alla viabilità. Con 18 voti favorevoli della maggioranza di Centrosinistra (Pd, Psi, La Sinistra per Castello), del Polo Tifernate, di Fratelli d’Italia e Lega Nord e le astensioni di Idv e Patto Civico per Città di Castello, è stato approvato in via definitiva il piano attuativo di iniziativa privata in variante alla parte operativa del Prg vigente per la realizzazione di un nuovo edificio produttivo in località Santa Lucia. Il vice sindaco e assessore all’Urbanistica Michele Bettarelli ha spiegato che l’unica osservazione pervenuta è stata della stessa Faist, la quale ha apportato una variazione che tiene conto delle fasce di rispetto imposte dal metanodotto che passa nell’area.

 


CittądiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Cittą di Castello
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