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Notizie dal Comune

CONSIGLIO COMUNALE: BOCCIATA LA MOZIONE DELLA LEGA PER LA GIORNATA DELLA FAMIGLIA TRADIZIONALE
CONSIGLIO
31.01.2019 -

 

 

 

Il consiglio comunale di Città di Castello nella seduta di martedì 29 gennaio 2019 ha bocciato la mozione della Lega sull’istituzione della Giornata della famiglia tradizionale; al documento non è bastato il sì dei proponenti, Forza Italia e Tiferno Insieme davanti al no di Pd, Psi, La Sinistra Castello Cambia. “Sempre più fatti di cronaca hanno come teatro la famiglia con delle vittime innocenti” ha detto il consigliere della Lega Valerio Mancini “Anche la crisi economica, esistenziale, valoriale e la precarietà della famiglia mononucleare ha aggravato questa situazione. La caduta del reddito, le difficoltà economiche destabilizzano le famiglie e le minacciano. I famosi bamboccioni sono in realtà giovani che non riescono a trovare lavoro. C’è poi un aspetto filosofico, pensiamo che l’essere umano si può modellare; in realtà ha già dentro un equilibrio che dipende dal suo essere uomo o donna. Invece questo è lasciato a quello che ciascuno si sente e non conta più la conformazione degli organi sessuali, che però sono determinanti nel concepire. Ma abbiamo riconosciuto anche il diritto di un uomo e stare con un uomo ed avere un bambino attraverso la teoria gender e la sessualità liquida. Parto dalla triste analisi dei numeri: l’Umbria è una delle regioni che fa meno bambini e questo comune sta regredendo come numero, - 700/800 - perché non stiamo creando un substrato economico, sociale, esistenziale favorevole alla famiglia, che pure ha attutito, soprattutto in Italia dove fino a qualche generazione fa era una realtà solida, gli effetti della crisi. Abbiamo perso anni per fare unioni civili di cui hanno usufruito appena 2000 persone su 40milioni di italiani, per fare il testamento di fine vita, l’aborto al nono mese; la nostra Regione si inventa il progetto contro il bullismo e somministra un questionario sull’orientamento sessuale, il tutto per 40mila euro sulla base di un protocollo che né Prefettura  né le forze dell’ordine hanno sottoscritto. La scuola media Alighieri-Pascoli ha fatto carta straccia del questionario e la ringrazio. Noi diciamo che la famiglia è quella fatta da un uomo e una donna come dice la Costituzione e il codice civile, tutte quelle sovrastrutture che si sono inventati i radical chic non ci interessano. Chiedo a Città di Castello l’istituzione della Giornata della famiglia tradizionale in difesa dei figli da parte dei genitori”. 

Benedetta Calagreti, consigliere del Psi, ha detto che “mi sembra di essere tornata al Medioevo. Il fenomeno delle famiglie Arcobaleno non è emerso di recente, piuttosto da parte delle istituzioni c’è stato il coraggio di riconoscere che esistono. La Costituzione riconosce la famiglia e i coniugi. Anche la Convenzione europea lo fa. I diritti è necessario riconoscerli a prescindere da quanti li esercitino. Nella sua introduzione Mancini ha citato le numerose tragedie portate dalla nuova tendenza sociale e citerei i numerosi adolescenti che sono vittime delle violenze omofoniche. Propongo un emendamento: eliminiamo i punti ideologici e sostituirli con l’istituzione della Giornata dell’apertura mentale nel calendario tifernate per sottolineare il diritto del bambino di crescere in un mondo scevro di ideologie meschine e devianti”. 

L’assessore ai Servizi educativi Rossella Cestini ha detto che “la mozione sollecita il dibattito sulla società odierna. Prima c’erano solo matrimoni, ora ci sono coppie che convivono eterosessuali oltre alle unioni civili. C’è una diversa modalità di approccio. La Costituzione riconosce la famiglia e il diritto di allevare i figli secondo i proprio valori e le proprie inclinazioni. Non è detto che se un figlio nasce biologicamente maschio o femmina, debba riconoscersi in quella identità e non possa esprimerne di diversa. Uno stato laico deve essere inclusivo e rispettare la personalità di ognuno. Questo è una società democratica. Mancini fa riferimento alla scuola e all’educazione dei figli. E’ fondamentale la scuola. L’itis ha proposto di recente un’iniziativa con il filosofo Massimo Recalcati sulla genitorialità, altre scuole sono impegnate con progetti sottoposti preventivamente alle famiglie. Ci sono protocolli ministeriali sul cyberbullismo e il bullismo e progetti a cui anche il comune ha partecipato. Quante vittime ci sono state? Che senso ha fare la giornata alla famiglia tradizionale? Facciamola per il diritto alla libertà affinché i nostri figli vivano in una società non discriminatoria né razzista. Il Comune non può accettare la proposta che viene dalla Lega”. L’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini ha detto che “il protocollo era di zona, che ha deciso di approvare a maggioranza. Il 15 maggio di ogni anno dal 1994 l’Onu ha istituto la Giornata della famiglia, che il territorio celebra e dobbiamo mantenerla. Anch’io ho sempre pensato che la famiglia sia quella tradizionale, senza pensare che la società cambia. Non c’è crisi della famiglia. Ci sono famiglie sane in cui un figlio può crescere in modo equilibrato”. Francesca Mencagli, consigliere del PD, ha detto “L’amore si trova sotto tante forme e il modello di famiglia funzionale non può essere solo uno. Crescere in una famiglia tradizionale non è una garanzia. Conta esserci, essere compresi e a volta bisogna usare anche l’empatia per capire il diverso e superare il pregiudizio. Contano le singole situazioni e per questo motivo per me famiglia è amare per quello che si è. Voterò contro”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, si è detto dispiaciuto che “ci sia uno contro ideologico su questo tema: che cosa è la famiglia. Se qualche decennio fa non avremmo avuto problema a rispondere, ora questa domanda ha più risposte. Che cosa è la famiglia? Un uomo? Una donna? non si sa. Ognuno assume a sé la libertà di dare una definizione. Anche di bambino. Basta l’amore. In Italia che cosa è la famiglia ancora c’è scritto sulla Costituzione. E la corte l’ha ribadito con riferimento anche nel codice civile. Questo il diritto. La politica è un’altra cosa. Ma dobbiamo cambiare la Costituzione e questo è stato riconosciuto anche dalla legge sulle unioni civili. La violenza omofobica non c’entra nulla. Chi è portatore della famiglia tradizionale non è omofobo, allora lo è anche la Costituzione. Anche l’omosessuale nasce da un uomo e da una donna. La famiglia tradizionale tutela la parte più debole della società: il bambino. Da qui dobbiamo partire. Non è uno scontro ideologico. Oggi ci sono le polifamiglie, le famiglie destrutturate, oggi tutto può essere famiglia. Ed uno può sposarsi con chiunque ami: il gatto, il cane, il piumone. Ma questo non vale per il ruolo della famiglia che è crescere il bambino lontano da ideologie che forzano il diritto naturale. Ultimo caso: la lezione televisiva di Luxuria che detta ad una classe di bambini quanto è bello il transessualismo. I bambini così piccoli forse non hanno il problema e comunque dovrebbero esser liberi di crescere, senza che qualcuno gli indichi la via. La cosa più scandalosa è che per favorire le famiglie arcobaleno i bambini si comprano e si vendono. Sono esseri umani in compravendita”. Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha detto che “la mozione ci obbliga ad una riflessione perché la famiglia è importante e alcune problematiche dipendono dal decadimento di questa istituzione. Ma i temi del documento sono eterogenei. La famiglia tradizionale non è in crisi per le famiglie arcobaleno o il gender ma perché è in crisi la persona e le relazioni. Non scambiamo le cause con l’effetto. La mozione ha uno spirito ideologico e discriminatorio: esclude, bolla come illegittime certe posizioni, invade campi non del Comune. Gender e crisi della famiglia tradizionale non sono legati. Il bullismo non c’entra niente. La famiglia è riconosciuta e tutelata con una Giornata ad hoc ma senza discriminazione. L’ideologia gender in qualche scuola di Città di Castello è stata trasmessa? In che senso questa mozione dovrebbe promuovere la natalità? Stiamo facendo un discorso ideologico o politico? Le unioni civili esistono per legge e chiedo, come per il decreto di sicurezza, che siano rispettate. Nessuna etichetta garantisce la crescita equilibrata dei figli e il pieno rispetto dei diritti dei bambini. Le maggiori violenze avvengono in famiglia. Nelle famiglie tradizionali. Un comune che dica alla scuola come orientare il proprio programma educativo, mi sembra un invasione di campo. Il comune non ha scuole. Il patto di corresponsabilità è firmato da scuole e genitori”. Il capogruppo della Lega Marcello Rigucci ha detto che “il protocollo della Regione dell’Umbria non era stato condiviso con le famiglie. Al consigliere Arcaleni dico che, sindaco Cecchini, assessore Cestini, fu invitata Luxuria e fu pagata per venire. Il bullismo è un problema ma se un bambino ha due genitori donna o uomo può venire un pregiudizio ancora maggiore. Queste cose sono sempre esistite. Le chiamavano con un altro nome. In uno spot fanno vedere un bambino che si mette il rossetto: è un indirizzo per modificare la mentalità dei bambini. La famiglia è uomo, donna e bambino. Considerate famiglie anche che un uomo di 80 anni sposi una bambina di 9, come in Turchia?”. Nella replica Mancini ha detto all’assessore Bassini che “La zona ha deciso a maggioranza ma in quella votazioni in comune come ha votato? C’è un passaggio sull’orientamento sessuale che ha fatto prendere le distanze dal protocollo. Gli opuscoli gender esistono a Città di Castello: era stato distribuito l’opuscolo sui vari tipi di famiglia. La mozione non discrimina ma ribadisce che ogni bambino ha diritto ad un babbo e una mamma”. Morini nella dichiarazione di voto ha sottolineato che “voteremo a favore anche se al posto di famiglia tradizionale avrei messo famiglia riconosciuta dalla costituzione. La madre è sempre femmina, il padre è sempre maschio, è il diritto naturale. Il problema della famiglia non passa solo per il problema del gender ma anche per questo. C’è un problema democratico: in meno di dieci anni a Città di Castello siamo scesi di 1000 unità. La festa della famiglia già c’è: si chiama Famiglie in festa ed è organizzata dalla pastorale diocesana ma sostenuta dal Comune. Decidetevi maggioranza e giunta. Coerenza ideologica”. 

CDCNOT/19/01/31/COMINLINEA/29/SSC

 


CittądiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Cittą di Castello
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