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Notizie dal Comune

CASTELLO CAMBIA: DIMISSIONI DI PRESIDENTE E CDA DEL FESTIVAL.
consiglio 2019
26.02.2019 -

 

 

 

Bocciata con il no della maggioranza, l’astensione di Fratelli d’Italia e Mirco Pescari del PD, il sì dei proponenti di Castello Cambia e di Tiferno Insieme la mozione che chiedeva le dimissioni del presidente del Festival delle Nazioni, l’azzeramento del cda e un nuovo progetto culturale per la manifestazione. Questo il significato in sintesi della mozione illustrata nel consiglio comunale di lunedì 25 febbraio 2019 dal capogruppo Vincenzo Bucci parlando di “marginalità della manifestazione sul piano della qualità artistica senza alcuna peculiarietà festivaliera (prime assolute, produzioni proprie) buona tutt’al più per rassegne stagionali e di inesistenza sotto il profilo mediatico, che non aiuta ad attrarre sponsor né pubblico. Questo ha generato il crollo dei finanziamenti da parte del Ministero, che tiene conto di tali parametri evidentemente non riscontrati per Città di Castello”. Tra le criticità Bucci annovera : “La sconsiderata soppressione dei corsi di perfezionamento che si autofinanziavano; l’inadeguatezza ad attrarre il benché minimo flusso turistico; spazi di esecuzioni in poche e sempre ripetitive sedi senza l’allargamento alle eccellenze architettoniche della città anche ai fini promozionali; l’assoluta estraneità nei confronti della città non coinvolta nelle sua realtà imprenditoriali, con conseguente rifiuto di sponsorizzazioni anche soltanto locali, professionali e culturali se si esclude la partecipazione alle collaterali del chiostro San Domenico che però ha avuto vita propria, del tutto indipendenti dal Festival; il tradimento della formula Nazione ospite ridotta a un pallido omaggio a sparuti autori; l’assenza di qualsiasi personaggio (anche solo quale testimonial) in grado di catalizzare attenzioni anche oltre la nicchia di riferimento”. Castello Cambia oltre la critica ha proposto la convocazione di un pool di esperti a livello nazionale sul piano musicale e di marketing culturale, a partire dai musicisti operanti in loco, per studiare forme di rilancio radicale della manifestazione; nuova analisi sul progetto di trasformazione della chiesa di San Domenico in auditorium per dotare la città di una sede stabile, capiente e prestigiosa per spettacoli ed eventi culturali, non solo festivalieri”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Pd, ha detto “Le cose si possono fare in modo migliore ma è ingeneroso da parte vostra trattare così cinquanta anni di storia del Festival. Sembrerebbe che tutto quanto fatto sia marginale o negativo: in questi anni da spettatore e appassionato, le presenze di alto profilo sono state molte, la stampa nazionale ha dato molta attenzione, il crollo dei finanziamenti è vero da parte del Ministero ma è accaduto a tutte le manifestazioni, quest’anno ha integrato a Festival terminato, come presa d’atto del valore della rassegna. Nel 2016 il flusso turistico legato al Festival è stato di circa 600 presenze nelle strutture alberghiere, quest’anno di poco inferiore. La città, le vetrine, gli sponsor sono state vicine al Festival. Il giudizio su presidente e cda è tranciante. Giubilei ha detto di voler continuare a lavorare fuori dal ruolo istituzionale e nel proseguo si deciderà. Il progetto di trasformazione di San Domenico in auditorium va progettato”. Giovanni Procelli, capogruppo de La Sinistra, ha detto che “tredici punti di critiche sono tanti ma la storia non è come viene dipinta. Zucchini ha puntualizzato tutto il pregio del Festival e di chi ci lavora. Di personaggi famosi e illustri ce ne sono stati molti, Giubilei non è incompatibile e il consiglio scade nel 2020. Oggi è prematuro chiedere le dimissioni. Aspettiamo la scadenza naturale, ora, a edizione in corsa, è intempestivo. Il sindaco deciderà se ha portato turismo, se ha una levatura mediatica nazionale. A volte è vero che è oscurata ma dipende dal fatto che è a Città di Castello”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha detto che “a questa manifestazione voglio bene, la mia famiglia è impegnata ma non posso tacere situazioni in cui una parte della mozione ha delle ragioni anche se il tono da crepuscolo degli dei mi trova poco d’accordo. Dobbiamo salvaguardare la manifestazione. Giubilei ha avuto dei grandi meriti, anche nel trovare sponsor. Ma è la Regione che non ha fatto la sua parte. Abbiamo consiglieri emanazione degli enti che non sono più all’altezza perché gestiscono con primatismo e mantenendo equilibri cittadini che non hanno ragione di esistere. Su Giubilei non c’è Cina che tenga. Se si fosse candidato con la Lega? E’ candidato sindaco di una città che ha una concorrenza diretta con il Festival. Urge un rapido cambiamento del cda. O si ha la capacità di intercettare i gusti o ci si dimette. Sul programma: con quel bilancio il direttore artistico fa miracoli”. Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha aggiunto che “Nessuno scalpita per fare lo sponsor, perché manca un ritorno mediatico. Esigo che ci sia il meglio. Quanto dice Castello Cambia è un dato di fatto. Cambiamo le facce e i personaggi. E’ arrivata l’ora. Voglio il meglio e finora non l’hanno dato. Basta dire che non ci sono soldi per la cultura. 600 presenze negli alberghi in due settimane di evento sono briciole e sembriamo accontentarci. Giubilei ha fatto il suo corso”. Vittorio Morani, capogruppo del PSI, ha detto che “la mozione non è accettabile e non mostra un punto positivo. Il Festival non è una sagra paesana. E’ alla 52esima edizione, non ci sarebbe arrivato se fosse stato tutto male. La musica che propone deve essere capita e non si deve pensare solo al programma ma anche gli eventi collaterali. Anche solo i direttori di orchestra sono nomi famosi e valorizzano i talenti. Il Festival si può criticare ma a contributo ad un turismo di alta qualità. Al cda suggerisco di prendere atto di questa mozione come spirito perché il Festival vada sempre avanti”. La consigliera di Castello Cambia Emanuela Arcaleni ha detto che “malgrado la non condivisione di alcuni passaggi, tutti gli interventi hanno ribadito la necessità di una riflessione e di un cambio di rotta. Come ottenerlo se si vuole mantenere lo status quo inamovibile e le stesse persone? Già nel 2016 avevamo chiesto di evitare la deroga, che ha portato ad una riconferma totale. Ribadiamo che il Festival oggi è inesistente perché una volta era rinomato. Anche nei media. La caduta dispiace a tutti e da qui la mozione. Vorremmo tornare ai fasti. La bassa caratura dipende dai pochi soldi ma forse i soldi sono pochi perché è di bassa caratura. Il Mibac ha dei criteri per i finanziamenti. Questo festival non li soddisfa: prime assolute, produzioni proprie, eventi in esclusiva”. Il sindaco Luciano Bacchetta ha parlato di “mozione strumentale. Dobbiamo ridimensionare queste supposte età dell’oro del Festival: negli anni Settanta era una manifestazione di nicchia. I grandi nomi di una stagione successiva sono costati un’eresia e hanno lasciato debiti da ripianare. Oggi le risorse sono poche e il comune fa la sua parte fino in fondo. Tuttavia il cda si è mosso in completa autonomia quando, ad esempio, ha esonerato il direttore amministrativo De Lellis, senza che i componenti pubblici abbiamo informato il sindaco, muovendosi giustamente in piena autonomia. La stessa che useremo nel fare una valutazione serena a fine mandato. Il problema vero è che il Festival deve fare i conti con la sua città, scrollarsi di dosso quell’aurea di vetustà che lo circonda e che rimanda un’idea di immobilismo. I soci privati, che esprimono tesoriere e vicepresidente, contano tanto quanto il comune che sostiene il Festival con 40mila e la Regione. Tuttavia non si può essere ingenerosi perché ci sono state anche alcune iniziative coraggiose, il coinvolgimento di molti giovani, la riscoperta di luoghi. Il documento non coglie la vera realtà del Festival, perché è una mozione ad personam”. Nella replica Bucci ha sostenuto la necessità di valutare i costi: “530mila euro contro 38mila di incassi. Quale strategia abbiamo per rilanciare il Festival? Giubilei dovrebbe dimettersi anche per la sua libertà di movimento. Il sindaco ha rinviato alla scadenza delle nomine. Nel frattempo valutiamo. Sono disponibile a lasciare solo la parte propositiva della mozione”. Il sindaco ha proposto a Bucci di ritirare il documento “perché il consiglio è in scadenza, anche il sindaco dopo due mandati non può essere riconfermato. C’è una stagione per tutti. Così la mozione è solo punitiva”.  Nelle dichiarazioni di voto sono intervenuti Vincenti, Massimo Minciotti, consigliere del PD, che ha parlato “della grande partecipazione al Dopo Festival, come Pd e personale sono dispiaciuto dell’allontanamento del direttore. Votiamo no ma confidiamo nelle parole del sindaco di rilanciare il Festival e cambiare il consiglio alla scadenza”. Mirco Pescari, consigliere del PD, a titolo personale, ha dichiarato che “se l’obiettivo della mozione era quello di aprire un dibattito sulla revisione del festival e non una vendetta personale, le parole del sindaco sono state molto chiare. Io mi sarei aspettato che Castello Cambia ritirasse la mozione. Ora invece voteremo no e della mozione non rimarrà traccia. Io mi asterrò”. Lignani: “La mozione chiede le dimissioni del presidente e mi auguro che nel 2020 chi governerà la Regione non rinominerà gli attuali rappresentanti. Anch’io mi astengo”. Al momento del voto Marcello Rigucci, capogruppo della Lega, e Luciano Tavernelli, consigliere del PD, sono usciti dall'aula.

 

 

 


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